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Va, pensiero, sull’ali dorate….I soavi versi del Nabucco di Giuseppe Verdi tornano alla mente nel Giorno della Memoria, il 27 gennaio, sì perché una delle più famose opere del Maestro parla della prigionia degli ebrei e della loro oppressione, la stessa che Verdi vedeva negli italiani prima dell’unificazione. Il Grand Hotel et de Milan ha scelto il 27 gennaio per ricordare e rendere omaggio al celebre compositore, a lungo ospite d’eccezione dell’hotel, perché proprio il 27 gennaio del 1901, alle 2:50 di notte, Verdi si addormentava nella sua stanza del cinque stelle lusso milanese, che era stata la sua seconda casa sin dal 1872, che l’aveva eletto come sua residenza meneghina.

Sono passati 120 anni dalla sua morte eppure, ancora oggi, i milanesi sono molto legati alla vicenda e al legame che unì, ma che è ancora più vivo che mai, il genio della lirica vissuto nell’Ottocento e il capoluogo lombardo, da sempre catalizzatore di talenti e personaggi di spicco. Basta oltrepassare la porta d’ingresso del Grand Hotel et the Milan per rendersene conto. Non a caso l’iconico albergo nel cuore del capoluogo lombardo, a pochi passi dal Teatro alla Scala, dal Duomo e dalle vie più rinomate del Quadrilatero della Moda, da quando è stato inaugurato nel lontano 1863, è custode della storia cittadina e ha ospitato artisti e personalità, oltre Giuseppe Verdi, lo scrittore Ernest Hemingway, Maria Callas, cliente abituale al “Milan” quando negli anni ‘50 si esibiva nei teatri cittadini a Vittorio De Sica, altro ospite fisso. La sorpresa oggi è riscoprire un luogo pieno di luce e di freschezza, che accoglie in spazi rinnovati e contemporanei, seppur ancora intriso del fascino di un tempo.

E così mercoledì 27 gennaio, la finestra della camera del Maestro, che affaccia su via Manzoni, è rimasta aperta, mentre risuonavano le note delle sue Opere. Indimenticabili arie e cori che, oggi come allora, parlavano allo spirito impavido e alle coscienze, che furono di grande ispirazione per i Padri della nostra Patria, ma che ancora sanno esserlo per tutti noi. “Va, pensiero, sull’ali dorate…”