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«Possiamo lasciarci alle spalle il fragile potere della modestia: stiamo facendo una dichiarazione globale qui perché il mondo ha un disperato bisogno di ispirazione». Parola di Guus van den Hout, presidente della giuria di SMACH.

La 5° edizione della biennale SMACH – Constellation of art, culture & history in the Dolomites, inaugurerà il 10 luglio 2021 in Val Badia e proseguirà fino al 12 settembre. Il concorso internazionale si svolge ogni due anni ed è stato ideato nel 2012 da Michael Moling e coadiuvato da Katharina Moling e Gustav Willeit.
L’arte contemporanea sale in quota, per la precisione tra i 1.100 e i 2.300 mt. di altitudine per vivere en plein air. È una mostra open-space che mette in dialogo l’arte contemporanea con il patrimonio Unesco delle Dolomiti SMACH, la biennale di Land Art delle Dolomiti, non solo arte e paesaggio quindi, ma anche cultura e tradizioni. Un progetto “glocal” che, mai come quest’anno, potrà soddisfare il nostro bisogno di natura, aria aperta, attività, cultura e svago.

“Fragile” è il tema dell’edizione 2021, argomento strettamente legato al momento storico in cui siamo immersi. I partecipanti si sono cimentati liberamente offrendo il loro contributo senza limiti di tecnica e contenuto, ma mantenendo sempre l’attenzione al contesto paesaggistico e culturale nel quale intervengono. Ogni opera è stata ideata appositamente per uno dei siti selezionati dalla Biennale SMACH. Le località prescelte sono: Le da Rina, Chi Jus, Pra de Pütia, Forcela de Furcia, Val dl’Ert, Tru di Lec, La Crusc, Armentara, Fanes, Pederü.

I dieci progetti artistici vincitori, concepiti appositamente per ognuno dei siti prescelti, comporranno un percorso espositivo en plein air in Val Badia – tra i 1.100 e i 2.300 mt. di altitudine – percorribile in 3 giorni di escursioni.  Inoltre, in Val dl’Ert (in ladino: Valle dell’Arte) si potranno scoprire le opere delle edizioni precedenti di SMACH acquisite per la collezione permanente.

Il concorso internazionale che si svolge ogni due anni, è stato ideato nel 2012 da Michael Moling coadiuvato da Katharina Moling e Gustav Willeit. Una giuria prestigiosa, presieduta da Guus van den Hout – storico dell’arte olandese e curatore al MET di New York – quella della edizione 2021 di SMACH. Il board – composto da: Julia Bornefeld, artista tedesca; Gehard Demetz, artista altoatesino; Giacinto Di Pietrantonio, curatore e consigliere della GAMeC di Bergamo; Giulia Ferracci curatrice al MAXXI di Roma – si è riunito on line (a causa delle limitazioni legate al Covid) lo scorso 16 aprile per proclamare i progetti vincitori.

And the winner is…I vincitori sono stati proclamati:

Sara Ambrosini & Giorgia Marchetti | “Metafisica dell’occasione” | Milano, Italia
Atelier Poem: Alice Cecchini & Roman Joliy | “La casa della narrativa” | Urbino, Italia Xinge Zhang & Jiaqi Qiu | “Fragile as a Rainbow” | Beijing, Cina
Jose Antonio Barrientos de Oria | “Vial” | Malaga, Spagna
Nicoletta Aveni & Elisabetta Trussoni | “sup-Portare” | Aosta, Italia
Giacomo Savio| “Blu delle Dolomiti” | Nola, Italia
Notta Caflisch | “Nation State or State of a Nation” | Chur, Svizzera
Dimitri Khramov | “MAMA” | Samara, Russia
Arturs Punte & Jekabs Volatovskis, “Fragile Silence” | Riga, Lettonia

La pandemia lascia emergere tutti gli aspetti personali, umani e sociali, riconducibili alla percezione di uno stato di fragilità. Gli artisti sono invitati ad una riflessione che, partendo da uno stato d’animo o da una condizione intima, potrà spaziare su considerazioni sociali, sul mondo contemporaneo, sulle istituzioni che lo regolamentano e sulla globalizzazione, o anche indagare aspetti più celati della condizione umana. I partecipanti sono invitati ad offrire liberamente il loro contributo senza limiti di tecnica e contenuto, ma mantenendo sempre l’attenzione al contesto paesaggistico e culturale nel quale intervengono e pertanto garantendo il rispetto e la cura dell’ambiente.

Oltre 100 progetti superavano la prima valutazione. La giuria ha quindi deciso di selezionare le dieci opere che meglio incontrassero la lettura da parte del pubblico e l’interazione con esso: «Le opere punteranno i riflettori sulla fragilità travolgente nello spazio e nella natura, un aspetto da non dare mai per scontato. Di conseguenza, abbiamo approfondito la bellezza, l’elemento più fragile in assoluto.», spiega Guus van den Hout nella presentazione della selezione finale. Per raggiungere questo scopo la giuria ha identificato nel valore della “tangibilità” un ulteriore parametro. In un periodo in cui il distanziamento fisico è divenuto la “nuova normalità”, si è ritenuto urgente sottolineare quanto fosse caratteristica dell’essere umano quell’energia vitale innescata dai rapporti interpersonali e dal contatto diretto. Pertanto, in ultima istanza, sono state privilegiate le dieci opere che meglio vanno a toccare, sia metaforicamente che letteralmente, i sensi (vista, tatto, udito) e le emozioni (mente e cuore).

Tutti i dettagli della manifestazione sul sito SMACH

di Redazione