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Premessa d’obbligo: Rosa Genoni. Chi era costei? A chi gravita nel mondo della moda, della musica e della letteratura non sfugge il ritratto di questa donna curiosa, sempre pronta a lasciarsi catturare dalle novità e a farsi ispirare. ” Rosa Genoni era immersa nel suo tempo, viveva al centro del mondo. Lo testimoniano i suoi scritti, le sue creazioni, le sue scelte di vita– spiega Elisabetta Invernici, giornalista, storica del costume e consulente filosofica, nel presentare una nuova mostra dedicata a questo personaggio sempre all’avanguardia, spesso contro corrente – Ogni forma di pensiero e creatività diventavano per lei oggetto di studio e applicazione. E proprio questo racconta: “Rosa Genoni (1867-1954) – L’operaia della moda: genio ed emancipazioneche non è una mostra in senso tradizionale ma si propone come atelier attivo di artiste contemporanee. A lei sarebbe piaciuto parteciparvi per intrecciare nuovi rapporti, stabilire connessioni, attingere idee“.

 La mostra , aperta  nei Sotterranei del Castello Visconteo di Abbiategrasso (17 e 24 giugno dalle 16:00 alle 19:00; 18/19/20 e 25/26/27 giugno dalle 10:00 alle 12:00 e e dalle 16:00 alle 19:00) è stata pensata dall’Associazione abbiatense Iniziativa Donna con la cura di Elisabetta Invernici per sottolineare la ricorrenza dei venticinque anni del gruppo fondato nel 1995. L’attività di Iniziativa Donna, negli anni, non ha solo promosso l’emancipazione e il mondo femminile, ma è stata artefice di appuntamenti importanti nel campo della cultura, dell’arte, della politica, collaborando con le amministrazioni comunali e il mondo associativo locale nonché con ONG per la realizzazione di progetti Cooperazione internazionale. 

La stilista, arrivata dalle montagne della Valtellina, costruirà collezioni di modelli per la moda nazionale attingendo alla storia dell’arte e al costume popolare, imponendosi, a livello internazionale, sul monopolio della moda francese. Grande successo avrà il suo padiglione all’Esposizione Internazionale del Sempione svoltasi a Milano nel 1906. 

 

Insegnerà per ventotto anni, fino al 1933, passando dalla sartoria alla storia del costume alla Società Umanitaria di Milano, applicando un innovativo metodo di insegnamento: la didattica visiva. Tra le grandi questioni sollevate dal dibattito sull’arte applicata nel corso dell’Ottocento, c’è anche quello della funzionalità. Per Rosa Genoni l’abbigliamento deve mantenere peculiarità meramente femminili per diventare strumento di espressione della donna e adeguato alla loro vita quotidiana. L’ispirazione all’antico si concretizza con un abito né troppo aderente né troppo ampio, drappeggiato con grazia: l’abito Tanagra (ispirato alle terracotte di Tanagra, le korai della Grecia antica) che Rosa indossa al congresso del 1908. 

Il percorso della mostra è un susseguirsi di colpi di scena: “Un prologo incendiario e dieci scene, che raccontano 50 anni di moda, dall’arrivo a Milano nella prima sartoria come “piscinina” all’ultima “fatica” dei costumi per il Teatro di Dortmund – spiega la curatrice della mostra – Rosa Genoni è sempre al centro con la sua moda e, attorno a lei, i protagonisti della pittura, della grafica, del cinema, del teatro, della fotografia, della letteratura, della musica, dell’architettura, della danza. Dal mondo della Belle Époque, al Liberty, al Déco: cambia la società, cambiano le donne e cambiano le collezioni di questa stilista che veste le più belle donne dell’epoca, ricche e famose, grandi amanti e impavide viaggiatrici. Non sono abiti da vetrina, i suoi, ma pratiche soluzioni da indossare in una quotidianità che si fa sempre più mobile e sportiva. Sono anche l’espressione di una nuova femminilità più consapevole che si deve confrontare con l’impegno politico-sociale di donne indipendenti e battagliere come la sua grande amica Anna Kuliscioff“.

È moda declinata come artigianato artistico, l’Arts and Crafts di William Morris che Genoni rivendica come primato femminile, di cui le donne sono preziose depositarie e alle quali costantemente si rivolge per difendere la filiera, il lavoro equo e solidale, a chilometro zero. Valori consacrati nelle sue creazioni internazionali protagoniste del primo Made in Italy. 

“L’arredamento della casa ed il vestito femminile sono terreno nostro, tutto nostro, senza ostacoli e senza contestazioni. Dimostriamo dunque ciò che la donna italiana sa e può fare per l’arte, per la bellezza, per l’industria e specialmente – notate bene – per la ricchezza nazionale”. Questo scriveva la stilista nel 1908 e il suo pensiero rivive oggi attraverso le creazioni delle artigiane di Abbiategrasso in un dialogo tempo-spazio di grande efficacia. Non solo una rassegna di pezzi unici ma un laboratorio di creatività per proseguire quella attenta ricerca storico-sociale iniziata tanti anni fa e restituire a Rosa Genoni il ruolo di primo piano nell’Olimpo della moda internazionale che merita.

Info e appuntamenti: 3515920238

Stefania Lupi