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Milano – Saloni 2021 

Quando si vede il design di una seduta essenziale con il suo schienale ovale sormontata da un fiocco, non si può pensare allo stile sobrio, semplice e soprattutto classico parigino di Monsieur Christian Dior.

La Medallion chair, simbolo di stile di Louis XVI, era stata scelta da Monsieur Dior per arredare la sua casa di moda diventando uno dei codici principali di 30 avenue Montagne e a seguire i suoi negozi, come dalla prima boutique, inaugurata nel 1947 dal couturier fondatore.

Le sedie a medaglione elegantemente rivestite in cannage e toile de jouy ben presto divennero un simbolo di eleganza associata alla Maison, tale che le sue linee diventarono “fiches” punteggiata in nero e oro, o rosa e grigio per le bottiglie e cofanetti dei suoi leggendari profumi da Diorama a Diorissimo. Oggi diciassette grandissimi artisti e designer famosi in tutto il mondo, hanno reinterpretato l’iconica sedia i secondo la loro visione e sensibilità artistica, mettendola in mostra fino al 10 settembre a Palazzo Citterio, in via Brera 12, dove presto ci sarà la sede della collezione di arte moderna della Pinacoteca di Brera.

Una collaborazione senza precedenti e pluralista che raduna artisti del calibro di Sam Baron, Nacho Carbonell, Pierre Charpin, Dimorestudio, Khaled El Mays, Martino Gamper, Constance Guisset, India Mahdavi, a Nendo, Joy de Rohan Chabot, Linde Freya Tangelder, Atang Tshikare, Seungjin Yang, Ma Yansong, Jinyeong Yeon, Tokujin Yoshioka e Pierre Yovanovitch, concependo questo oggetto del desiderio con una creatività senza limiti.

JOY DE ROHAN CHABOT©Marion_Berrin
KHALED EL MAYS ©TANYA TRABOULSI
JOY DE ROHAN CHABOT©Marion_Berrin
KHALED EL MAYS ©TANYA TRABOULSI
SAM BARON
DIMORE STUDIO ©VALENTIN HENNEQUIN

Ognuno l’ha ridisegnata a modo suo: da Sam Baron che la immagina come crocevia di cultura trasponendo la sua inconfondibile silhouette ovale nelle versioni da interno ed esterno, compresa di altalena e doppia sedia a dondolo, a Ma Yansong che trasporta le linee in un design iconico del futuro, riflessa in una seduta in poliuretano in 3d che si mette in movimento, ribattezzata “Meteora”, tipica dell’ethos artistico e architettonico di Ma.Una mostra che ci porta a riflettere e immaginare anche una nostra rilettura della sedia a medaglione, perché la storia della moda o del design deve essere preservata, e non relegata solo a musei o libri didattici.

Di Alberto Corrado