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Sostenibilità e solidarietà: due punti fermi che oggi diventano un must del settore moda. Dai denim usati rinascono 23 capi e accessori originali, creati dai futuri progettisti dell’Istituto Europeo di Design. Cinque saranno prodotti dalla Sartoria della Fondazione Sociale Archè, che sostiene mamme con bambini in condizioni di fragilità

Il concorso creativo Sustainable Denim Contest, progetto di solidarietà e sostenibilità lanciato a fine primavera da Fondazione Archè con il coinvolgimento dell’Istituto Europeo di Design, per una creatività progettuale che punti – a partire dal riuso e dalla rigenerazione – a sostenere il lavoro di mamme con bambini e nuclei fragili di cui Fondazione Arché si occupa da 30 anni, ha portato dunque a nuova vita 23 pezzi unici.

Dal lavoro di 12 studenti e studentesse IED Moda Milano (scelti tra i corsi di Fashion Design, Shoes and Accessories Design e Fashion Marketing) sono emerse creazioni ideata a partire da capi in denim usati, cui i creativi hanno dato nuova forma, finalità e vita. Tra le proposte realizzate nei laboratori IED (set di collane e cappelli, calzature e borse di varie dimensioni, cappucci e cinture, oltre a scialli, gilet e kimoni) la giuria formata da rappresentanti dell’Istituto, della Fondazione e da commissari esterni ha selezionato i cinque item che saranno effettivamente prodotti dalla Sartoria Sociale di Fondazione Arché e messi a catalogo per la vendita a sostegno dei progetti che conduce per le famiglie vulnerabili, volti alla costruzione di un’autonomia sociale, abitativa e lavorativa.

Si tratta della borsa con manici in pelle e della collana di Carlotta Martini, delle calzature in denim di Sofia Peselli, del kimono di Luca Del Prà, dei cestini per la casa di Pietro Zanoletti. Una selezione finale che comprende oggetti diversi e in grado di completarsi tra loro per una proposta bilanciata (un capo d’abbigliamento, un accessorio, una scarpa, un ornamento, un oggetto ad uso domestico), basata su freschezza ed innovatività del design ma anche sul prezzo finale di vendita al pubblico, sulla facilità di realizzazione e di acquisto. 

«Nel condurre il progetto abbiamo cercato di fornire agli studenti tutte le linee guida per affrontare il tema dell’upcycling in maniera equa – racconta Alon Siman-tov, Coordinatore della Specializzazione in Shoes and Accessories Design di IED Milano.- L’obiettivo era comprendere bene a chi si andava a indirizzare il prodotto, prendere consapevolezza della complessità dell’oggetto disegnato puntando però alla facilità di realizzazione (con fasi di sviluppo documentate passo dopo passo alle operatrici della Sartoria Sociale Arché), sfruttare al massimo il capo di partenza e le sue qualità attraverso un attento studio del design, per non sprecare niente. Siamo molto grati a Fondazione Arché per questa opportunità di confronto concreto su temi importanti come sostenibilità e solidarietà».

«La collaborazione tra Fondazione Arché e l’Istituto Europeo di Design è stata una bella opportunità – dice P. Giuseppe Bettoni, fondatore e presidente di Arché.- I cinque pezzi inseriti nel catalogo della Sartoria Sociale sono la testimonianza concreta che bellezza, solidarietà e sostenibilità possono e devono essere coniugati insieme per il futuro del nostro mondo. Ed è ancora più significativo che a realizzarli siano stati dei giovani studenti!».

Stefania Lupi