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Il lavoro di composizione di Kim Jones, direttore creativo di Dior Uomo, per creare la collezione di Autunno- Inverno 2022-2023, si è focalizzato nell’immergersi negli archivi della Maison e in quella purezza dei primi disegni, che si sono trasformati in pezzi per un guardaroba di un uomo moderno. Un nuovo Ganimede con tanta gioia di vivere, che passeggia sul ponte Alexandre III, in una Parigi di primo mattino, quando la luce rispecchia il colore del cielo, assorto nei suoi pensieri e nel riflettere del passare del tempo collegando passato, presente e futuro.

Lo stesso che si riflette nei look composti da un armonioso disordine dove le camicie sono impeccabili ma portati fuori dai pantaloni, maglioni pesanti, paricollo o tre bottoni, in jacquard, o in lana pettinata con ricami che riprendono il ramage floreale del mughetto, simbolo senza tempo tra amore e fortuna e tanto amato da Monsieur Dior.

E gli intrecci del tempo continuano portando alla mente la prima collezione di Christian Dior, datata 12 febbraio 1947, che cambierà lo stile della moda e aprirà nuovi orizzonti, così come lo stesso Kim Jones riporta in pedana una giacca, che unisce le linee couture della Bar con quelle sartoriali di Savile Row, con i revers lanciati e il punto vita stretto, per poi ritrovarle in forma più asciugata nei bomber dall’allure più Street.

A completare la silhouette vi sono gli ampi cappotti, lunghi,  tenuti chiusi da cintura che si stringono in vita, mentre sotto scivolano i pantaloni dallo stile jogger in diverse pesantezze di tessuto.

La palette colori è tenue come i colori di un freddo mattino parigino: dal grigio caldo ai toni del tortora, i celestini che sfumano verso le argentature del color salvia, con qualche gouache elegante di nero.

I segni e i simboli di quello che fu il New Look proliferano in tutta la collezione: dalla stella alla rosa, dal cannage al leopardo, dal giglio alla catena fino ai gioielli, studiati e ricreati da Yoon Ahn.

Un’altra collaborazione per questa stagione è con Birkenstock, con due modelli iconici, abbinati a calze spesse: le mules Birkenstock Tokio (che hanno debuttato nel 1987) e i sandali Birkenstock Milano (nati nel 1965). In questa rigorosa declinazione formale prendono spazio anche le borse che sono grandi o piccole come la Saddle Bag o la new Dior Corolle.

Deus ex machina e ulteriore incarnazione tra passato e presente è il tocco elegante di Stephen Jones, che concentra la sua maestria nel riportare il Doris Beret nella versione uomo, dando ancora di più a tutta la sfilata quel sapore bohemienne.

di Alberto Corrado