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Virginie Viard presenta la collezione Haute Couture lasciando tutti senza fiato, facendo irrompere un cavallo sulla scena montato da una fantina regale.

Nello spazio del Grand Palais Ephémére, Virginie Viard, direttrice creativa di Chanel, assieme all’artista contemporaneo Xavier Veilhan e lo scenografo Alexis Bertrand, ricrea un percorso a metà strada tra un ippodromo e una sala di un auditorio musicale, per strumenti musicali ingigantiti, ma anche un circuito da minigolf.

In un’atmosfera rarefatta, quanto la luce soffusa creata da enormi cerchi LED e la musica di Sébastien Tellier, prende vita la collezione Haute Couture Primavera- Estate 2022, che risulta essere un cross creativo tra i codici estetici primordiali di Mademoiselle Gabrielle Coco, lo chic fascinoso di Karl Lagerfeld e la quintessenza di semplicità di Virginie Viard.

Sulle note musicali di Sèbastien Tellier irrompe in scena Charlotte Casiraghi, illustre amazzone e ambasciatrice della Maison, vestita con una giacca di tweed nero con bottoni gioiello, cavalcando prima al passo e poi al trotto tutto il tracciato della sala.

Dopo di lei, sono apparse le modelle che hanno mostrato una collezione coerente con i tempi che stiamo vivendo e che mette in evidenza tutti quei codici couture della Maison, noti come simbolo di eleganza e raffinatezza in tutto il mondo: dai morbidi tessuti tweed ai tailleur dal gusto sartoriale impeccabile, dal soffice tulle al seducente e leggero chiffon per la sera.

E poi tante balze, frange, macramè, pizzi e bottoni gioiello colorati fino ad osare di alzare il tacco a cono di 5 centimetri della scarpa bicolore che Coco aveva studiato con l’atelier Massaro nel 1957, per slanciare le gambe delle donne.

Altro fiore all’occhiello sono i ricami della Maison Lesage, che in questa collezione ha collaborato realizzando opere d’arte fino a spingersi a creare un abito interamente ricamato con camelie costruite con perline nere, bianche e corallo.

Insomma tutto secondo tradizione e soprattutto nel ridare quello spirito equestre tanto caro a Mademoiselle Coco che all’inizio del 900 desiderava ridare alle donne il senso della libertà, sfidando l’abbigliamento del tempo a colpi di forbice, pensando a quella selvaggia libertà innata nel suo carattere indomabile.

di Alberto Corrado