Nel fulcro culturale della Parigi nell’anno dei 150 anni degli Impressionisti e dei Giochi Olimpici, che si concluderà con la riapertura attesa per l’8 dicembre della cattedrale di Notre-Dame, ricostruita dopo l’incendio del 2019, l’atmosfera parigina e lo stile italiano si incontrano nelle eleganti sale del Castille Paris – Starhotels Collezione, raffinata dimora francese acquisita da Starhotels nel 2005. Oggi al fascino senza tempo del lussuoso boutique hotel, si affianca un’offerta gastronomica d’eccezione, con il menu firmato da Ugo Alciati e la possibilità di soggiornare nella nuova Grand Tour Suite, per vivere anche un viaggio nel passato della capitale francese.
L’elegante cinque stelle è il primo della catena italiana in Francia, «La scelta di Rue Cambon, una delle vie più sofisticate ed esclusive di Parigi tra Place de la Concorde e Place Vendôme, è stata ben ponderata», ha spiegato Elisabetta Fabri, presidente e AD di Starhotels, «l’unicità della location è uno dei tratti distintivi di Starhotels Collezione: desideriamo che gli ospiti percepiscano il “sense of place” della destinazione e vivano un’esperienza da raccontare».
La posizione è centralissima, a fianco della leggendaria Maison Chanel, dove Mademoiselle Coco aprì il suo primo atelier, a pochi passi da Place Vendôme e vicino a tutte le più esclusive vetrine di rue Saint Honoré, il leggendario Avenue des Champs-Elysees, il Museo del Louvre, l’Opera Garnier, i Giardini delle Tuileries e infine Notre Dame. Tutti tesori artistici e culturali che vale la pena scoprire affidandosi al servizio concierge Les Clefs d’Or, attivo tutto il giorno, per non perdere il meglio che la capitale ha da offrire.
Rue Cambon è sempre stata famosa per le sue frequentazioni e considerata luogo magico dove scrittori, stilisti e viaggiatori hanno trovato la loro ispirazione. Tra gli altri, Henry James, autore di numerose opere; Jean Cocteau, poeta, scrittore, artista e regista francese e visse in un piccolo appartamento a 14, Rue Cambon anche la contessa di Castiglione, bellissima amante di Napoleone III. Tante le personalità che hanno scelto il Castille Paris in tempi recenti, da Patti Smith a Karl Lagerfeld.
La storia del Castille porta indietro fino al 1860, quando qui abitava il barone Le Pin Henry Léonard. Oggi è l’insieme di tre differenti palazzi d’epoca del XVIII: all’inizio del XX secolo, il proprietario, discendente di una nobile famiglia spagnola rifugiato in Francia, lo chiamò Castille in omaggio alle sue origini e fece dipingere un affresco rappresentante la Conquista del Nuovo Mondo da parte degli spagnoli nel cortile interno, adesso elegante patio del ristorante dell’hotel.
La sensazione, dal primo momento che si varca la soglia dell’ingresso, è di essere avvolti da un abbraccio, caloroso, familiare, italianissimo, eppure siamo a Parigi, come ricorda l’arredo dai dettagli tipicamente francese. La lounge è un sapiente gioco di scatole ad incastro, un caleidoscopio ricercatissimo dalle nuance forti, e poi i toni più caldi del legno, quelli morbidi del beige e del verde. Divani e poltrone dallo stile accattivante, accanto a tavolini dal taglio classico-contemporaneo, dipinti e stampe d’epoca, oggetti dove convivono lusso antico e moderno. La ristrutturazione ha sapientemente valorizzato gli elementi distintivi dell’hotel, mentre nuovi dettagli stilistici hanno messo in risalto l’identità antica di questo luogo dalla triplice anima: italiana, francese e spagnola.
Le 108 camere, di cui 26 tra Junior Suite e Suite, sono divise in due ali, ognuna con un carattere distintivo. Nell’elegante “Opera” dallo stile contemporaneo e dai morbidi toni, alcune camere dispongono di balcone con l’iconica vista sulla Torre Eiffel. L’ala “Rivoli” dal gusto classico, trasmette lo stile della couture francese degli anni ‘40, ispirata a Coco Chanel è declinata nei toni del dorato, bianco e nero.
È immaginata come un originale appartamento parigino e disposta su due piani l’Executive Duplex Suite, spettacolare la Grand Tour Suite, la nuova signature suite, ristrutturata su disegno dello Studio Marie Martin un inno all’esuberanza e ai viaggi del Grand Tour di fine Ottocento, l’età d’oro dei viaggi, che portava viaggiatori colti e amanti della bellezza alla scoperta di Parigi e dell’Italia. Soffitti alti e grandi finestre che si affacciano sulla tranquilla e silenziosa corte interna dell’hotel, tessuti pregiati come il velluto ed il broccato dorato accanto a mobili di pregio, la palette è vivace, il tono predominante è l’arancio terracotta in linea con la filosofia dello Studio Marie Martin, che predilige colori caldi e vividi, sorprendenti e mai noiosi.
È aperto anche agli esterni il ristorante L’Assaggio, outlet gourmet dall’atmosfera intima e sofisticata, affacciato su un luminoso patio, una corte privata contornata da azulejos e maioliche murali, al cui centro campeggia una fontana monumentale che rimanda ad atmosfere mediterranee. E non ci si aspetterebbe di trovare un menu firmato da Ugo Alciati, erede di una famiglia che ha scritto la storia della cucina italiana e ambasciatore del tartufo bianco di Alba nel mondo.
Al suo fianco, il talentuoso Sasha Arandjelovic (di origini serbe ma cresciuto a Bra) è l’executive chef, coadiuvato da un giovane team, in primis lo sous chef Marco Terenghi, entrambi già parte della brigata di GuidoRistorante, 1 stella Michelin di Serralunga d’Alba. La proposta non poteva che puntare su piatti che omaggiano la tradizione piemontese: scelta azzeccata ed ecco arrivare nel piatto tutto il sapore del Belpaese prima – il menù parte improntato su una cucina italiana più classica e mediterranea – e del Piemonte poi, con specialità come il Vitello Tonnato, l’Insalata Russa, gli Agnolotti del Plin, la Faraona. Un successo.
Chiude il cerchio l’Aperitivo Allegro, un appuntamento conviviale per assaporare le eccellenze italiane come i prodotti del Consorzio di Parma Alimentare, con un piacevole sottofondo musicale. Per celebrare le Olimpiadi, l’hotel parigino ha inoltre creato un’inedita carta cocktail ispirata ai cinque anelli intrecciati, da sempre simbolo dei giochi olimpici. Blu per l’Oceania, giallo per l’Asia, nero per l’Africa, verde per l’Europa e rosso per l’America: sono questi i colori dei cinque nuovi drink che faranno rivivere l’essenza di ogni paese del mondo agli amanti del buon bere.
di Elisabetta Canoro