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L’occasione è la mostra di Andrea Bowers, Moving in Space without Asking Permission, la prima mostra in un’istituzione italiana dell’artista e attivista americana Andrea Bowers, che offre un’esperienza immersiva all’interno del suo lavoro e del suo impegno nella lotta per la parità di genere e per l’emancipazione della donna, attraverso una ricerca che combina pratica estetica e impegno politico.

Fondazione Furla e GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milano colgono questo spunto per presentare una serie di incontri, conferenze, workshop per approfondire i temi della mostra e le questioni che da sempre l’artista affronta nel suo lavoro: parità di genere, ambientalismo, autonomia corporea e dialogo tra le esperienze femministe di ieri e di oggi. Furla Series , infatti, è il progetto che a partire dal 2017 vede Fondazione Furla impegnata nella realizzazione di mostre in collaborazione con importanti istituzioni d’arte italiane, con un programma tutto al femminile pensato per dare valore e visibilità al contributo fondamentale delle donne nella cultura contemporanea.

Il primo appuntamento  è una conferenza di Alessandra Chiricosta, filosofa e attivista che studia e insegna l’esercizio delle arti marziali come strumento di auto consapevoleAndrea Bowerszza corporea e di rottura rispetto agli stereotipi di genere, che ha ispirato Andrea Bowers nella creazione di alcuni dei lavori in mostra. Venerdì 11 novembre alle ore 18 presso la GAM di Milano, Chiricosta parte dai contenuti del suo libro, Un altro genere di forza, per esplorare la possibilità di altre forme in cui la forza può essere concepita ed espressa, superando il nesso tra “genere” e “forza”.

Alessandra Chiricosta propone al pubblico anche la partecipazione a un laboratorio che si terrà il giorno successivo, sabato 12 novembre, presso la sede milanese dell’Unione Femminile Nazionale: una lezione performativa di autocoscienza combattente femminista, la stessa documentata dal video di Andrea Bowers In the Ballroom – Overcoming the Myth of Masculine Force (2022), prodotto in occasione della mostra. Nel laboratorio i partecipanti avranno modo di sperimentare come la “debolezza” dei corpi femminili e femminilizzati non sia un elemento naturale, ma il risultato di condizionamenti culturali e come la “forza” possa essere non solo sopraffazione, ma anche una equilibrata commistione di cura e combattimento, assertività ed empatia.

Il programma prosegue giovedì 24 novembre con il talk della filosofa e antropologa Federica Riva Ecofemminismo in movimento, dedicato alle origini dell’ecofemminismo e alle sue trasformazioni, e si chiude giovedì 1 dicembre con Le carte delle donne, un incontro, moderato dalla storica Maria Canella, con i rappresentati degli archivi presenti in mostra: Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondazione Kuliscioff e Unione Femminile Nazionale. Prendendo spunto dal modo in cui Bowers si relaziona ai materiali d’archivio e li incorpora all’interno del proprio lavoro, la conferenza propone una più generale riflessione su come attualizzare l’approccio alle fonti storiche per proporre nuove letture della storia di genere. Entrambi gli incontri si svolgono alla GAM di Milano.

Tutti gli appuntamenti del Public Program sono a ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria.

di Stefania Lupi