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Neri Pozza per la sezione Superbeat pubblica “Cecile”. Romanzo maestoso e magistrale sulla storia meno nota dell’Inghilterra, quella della figura di Cecily Neville.

La vita di Cecily Neville è più romanzesca di altri romanzi. Figlia di Ralph Neville, I conte di Westmoreland, e della seconda moglie Joan Beaufort. Nel 1424, quando aveva nove anni, venne fidanzata con l’adolescente Riccardo Plantageneto, III duca di York, figlio di Riccardo di Conisburgh, III conte di Cambridge e Anna Mortimer.

Cecilia visse ottant’anni di storia tumultuosa, sempre in prossimità del cuore pulsante del potere. Diede i natali a re, creò una dinastia, salvo la sua famiglia dalla guerra civile. Affronto vittorie e sconfitte in egual misura e, a dispetto di queste, sopravvisse.

RITRATTO DI CECILIA NEVILLE

In questa figura poliedrica, che ne ha fatto una delle figure del Quattrocento, Cecilia è un pezzo della emancipazione femminile. Donna del Medioevo, ma soprattutto una borghese che godeva di una libertà che le nostre madri, non potevano immaginare. Ella possedeva beni, gestiva affari, intraprendeva commerci e alla morte del marito riuscì a raggiungere una notevole indipendenza economica.

Gli uomini di quel tempo, comandavano, ma a margine le donne potevano agire in rappresentanza, esercitando l’autorità e oltrepassare i limiti.

Cecilia eccelleva su ognuno di questi fronti, visse tra terremoti politici e storici e alcuni fu lei stessa a provocarli. Dinasta costante, progetto l’ascesa al trono del marito, e, fallita quella, spostò la pretesa sul figlio Edoardo IV d’Inghilterra e in seguito a Riccardo III d’Inghilterra, due dei suoi tredici figli avuti da Riccardo duca di York.

FOTHERINGHAY UNA DELLE DIMORE DI CECILIE NEVIELLE

Fu anche una donna audace da intrattenere una corrispondenza cordiale con la regina, moglie di Enrico IV, mentre, al fianco del marito, organizzava una ribellione. Piuttosto intrepida, quando sconfitta, da barattare la vita dei figli con un re nemico. Dopo la morte del marito, la sua dimora londinese divenne il centro dei complotti di York, intanto che il figlio attraversava l’Inghilterra a suo di battaglie per prendere il trono. E quando Edoardo lasciò la città per tornare a combattere, ebbe il buonsenso di affidare a lei la gestione del regno.

ANNIE GARTHWAITE

Anna Garthwaite, cresciuta nel Nordest dell’Inghilterra, ha prodotto un singolare romanzo maestoso e magistrale “Cecilia” edito da Neri Pozza nella sezione Superbeat.

La protagonista, il cui nome da il titolo al libro, è quella Cecilia che visse più di cinquecento anni or sono, in un mondo precedente alla Riforma e al femminismo, dominato dagli uomini. È la storia di una donna liberale che, dopo aver abbattuto un governo dispotico, si rende conto di averlo fatto solo per farsi ingoiare da un moto rivoluzionario scintillante, talvolta brutale, nel cercare di portare il suo sogno di gloria.

Il romanzo è un rilevatore di quell’istinto femminile e di una lungimiranza fuori dal comune, come si osserva nella lettura appassionante dei capitoli.

L’altra caratteristica che salta all’occhio è lo stile letterario: limpido, preciso, seducente, palpitante, che lascia già trapelare il timbro di una scrittrice di gran pregio.

Basta l’incipit a rilevarlo: “Non è cosa da poco assistere al rogo di una donna. Una giovane che ha vissuto solo tre primavere più di te e che ribadisce come a guidare le azioni sia stata la voce di Dio. Ma questo è uno dei compiti che le spettano, a cui deve abituarsi.” È nata una nuova regina inglese del romanzo storico, che ci farà ancora sognare prossimamente con un nuovo romanzo.

di Alberto Corrado