fbpx

Vivetta Ponti illumina le passarelle milanesi con il gioco dei contrasti dove innocenza e femminilità, maschile e femminile si “Con- Fondono”. Una dimensione unica e magica, sin dagli esordi.

Vivetta Ponti, direttrice creativa di Vivetta, è sempre stata appassionata dai contrasti, soprattutto tra quello maschile e femminile che si possono anche confondere, proprio in questa ultima collezione.

Così i blazer della sartoria maschile lasciano il passo ad audaci minigonne o abiti ornati da grandi pietre scintillanti come bagliori.

E così che la designer ha voluto presentare la sua collezione AI 2023-2024, per la quale ha guardato a riferimenti estetici degli anni’60 che incontrano gli anni’90, e delle coppie di sorelle famose in quegli anni, dalle Shagri-Las, gruppo della musica pop anni Sessanta in USA e Le Lisbon Sisters de “Il giardino delle vergini suicide” scritto e diretto da Sofia Coppola, tratto dal romanzo di Jeffrey Eugenides.

In un simile spettro di riferimenti ciò che è retrò è attuale: dal gessato formale che si trasforma grazie ad accorgimenti sartoriali in qualcosa di inedito dove il colletto si apre e il bavero della giacca, diventa girocollo, alle sottovesti fluide con taglio impero attraversate da balze e increspature.

Eravamo stati abituati a vedere nelle precedenti collezioni, quell’immaginario sospeso tra romanticismo e purezza attraverso i giochi dei fiocchi, che in questa stagione diventano manifestazione di una visione innocente della femminilità. Li troviamo utilizzati all over: dai tubini di velluto ai minidress svasati con pizzo a contrasto, e persino negli accessori come nelle Mary-Jane, in cui classici cinturini lasciano il posto ai fiocchetti luccicanti.

La palette colori si abbandonava ora a delicati pastello e ora al più carnale degli scarlatti, passando poi al bianco candido e confondersi totalmente nel nero più profondo.

In questo immaginario sospeso sogno e surrealismo, il tocco stilistico dei collant fa parte di quel contrasto tra maschile e femminile, dove in alcuni look diventavano di un color grigio ghiaccio, quasi coprente che ci ricordano le calze a uncinetto dell’infanzia, oppure celesti e rosa confetto che accendono quella femminilità spensierata e languida da drive in.

di Alberto Corrado