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Marilena Guglielmi torna con una storia dura e potente ambientata nelle Alpi Marittime della Regione della Provenza- Alpi- Costa Azzurra. Con personaggi sorprendenti con ognuno che nasconde un segreto. Un’intervista esclusiva per The Cube.

“La morte giace su di lei come un gelo precoce sul fiore più bello del prato.”

Marilena Guglielmi

 

La sua scrittura è di velluto come un petalo di una rosa, il suo fare gentile, persino timido, perché Marilena Guglielmi sia una delle poche scrittrici che è entrata in finale al premio letterario internazionale “Alan Fournier”, classificandosi al quarto posto con il romanzo “Hallucinose”, e aver scritto a due mani con lo psichiatra Jean- Yves Doutre “ Samedi mari”, resta una natural woman, la stessa di quando si era laureata nel 1993 in Lingue Straniere a Nizza ( Francia) .

Oggi vive a Torino dopo il suo terzo romanzo “Abitavamo in un bosco di querce” nel 2011, è tornata in libreria con “I tuoi occhi sono foglie”, romanzo pubblicato da Il Canneto Editore.

Marilena Guglielmi

Ci sono il sapore acre della vendetta in questo suo ultimo romanzo, e il ruolo fondamentale delle piante come il profumo del caprifoglio che provoca incubi, il narciso che induce al sonno, l’aconito con il suo veleno, il frutto del melograno che ha il colore del sangue, ma anche la luce e le ombre nel piccolo borgo provenzale di Mouans Sartoux.

Qui scompare nel nulla Laetitia Chevalier, muore Etienne Blondel a seguito di una ubriacatura, mentre Rkia Azergui viene coinvolta in un improbabile incidente con il motorino. Tra le distese di campi che circondano il paese si cela un casolare abbondonato dove Andrea, giovane studioso di botanica, elude la recinzione ed entra con il suo amico Mathieu.

L’inizio di un altro viaggio senza ritorno sulle tracce di un segreto sepolto tra i ricordi dell’infanzia.

Mouans-Sartoux

Marilena Guglielmi riappare con questo romanzo con una prosa acuminata e straordinaria.

Le Alpi Marittime della Regione della Provenza- Alpi-Costa Azzurra più profonda è il luogo dove il dective Henry Dargont si muove per risolvere le sparizioni e le varie morti, instaurando con il lettore un rapporto particolare per decifrare il peso di un lontanissimo segreto e la sporcizia di quell’immondo peccato che lega tutti i personaggi, finchè giustizia non sia fatta.

La ferocia degli omicidi si alterna ai palpiti del cuore, con una definizione d’innamoramento difficile da dimenticare.

La sentenza è ormai scritta, il suo compimento è un rituale quasi religioso.

Incontriamo l’autrice nel suo salotto torinese per fornirci delle nuove chiavi di lettura del suo romanzo, concedendo un’intervista a tutto tondo a The Cube.

Ph. Pille R. Priske

Come ha pensato di modificare un romanzo giallo in qualcosa di moderno, che può reclutare nuovi lettori

Tutto parte dal mio amore per i gialli e dai miei gusti non facili.

Apprezzo l’originalità, non amo la violenza esplicita e gli spargimenti di sangue gratuiti. Mi arrabbio se alla fine il movente dell’assassino si rivela un pretesto inverosimile. Mi piacciono le atmosfere misteriose e i personaggi complessi dal punto di vista psicologico. Ho pensato che potesse esistere un pubblico interessato a un giallo con queste caratteristiche. Per ora i fatti mi danno ragione. Non sono una fanatica dei social, ma se non altro rendono possibile comunicare con i lettori, che ringrazio per tutte le volte che mi hanno scritto il loro apprezzamento, spesso addirittura il loro entusiasmo.

 

In cosa il personaggio di Anna Bianca e il suo carattere si somigliano

Anna Bianca è il tipo di donna a cui avrei voluto somigliare quando i miei figli erano adolescenti.

Anche loro hanno vissuto situazioni di grave pericolo, per fortuna senza conseguenze.

Ho cercato di dipingere una madre che, pur essendo presente e affettuosa, sa capire quando è il momento di fare un passo indietro e di lasciare che i suoi ragazzi vadano incontro al futuro. Lei si paragona al rosmarino, la pianta della memoria, perché continuerà a custodire i ricordi, pur cercando di ricostruire la propria vita affettiva.

Ph. Alexander Schimmeck

La scelta dei titoli dei capitoli è voluta per qualcosa di personale o di esigenza del romanzo

Le piante sono il filo conduttore di questo romanzo e danno il nome a ogni capitolo, ma non sono solo un elemento decorativo: possono diventare indizio e ostacolo, memoria e oblio, impronta indelebile e arma del delitto, portatrici di vita o di morte.

Le percepisco come creature misteriose, che possono comunicare con noi in modo extrasensoriale.

Nel romanzo ciascuna di loro incarna di volta in volta la pulsione omicida dell’assassino o il desiderio di giustizia di chi cerca di fermarlo.

 

Nella sua carriera letteraria, molto più riconosciuta all’estero, ha mai avuto pregiudizi

La Francia è stata per me una madre, mai una matrigna.

Ha accolto e pubblicato i miei primi romanzi, li ha amati e apprezzati.

L’interesse non si è mai spento: nel 2012 una legge francese si è data lo scopo di resuscitare un certo numero di libri pubblicati nel secolo scorso in Francia, ritenuti di interesse e non più disponibili presso gli editori, rigenerandoli in versione e-book. Finora hanno digitalizzato 25’000 opere, rimettendole in circolazione e rendendone possibile la lettura. Il mio secondo romanzo, “Samedi mari”, scritto a quattro mani con lo psichiatra Jean-Yves Doutre, è stato tra i prescelti e ha iniziato la sua seconda vita in formato digitale.

Ph. Yoksel-Zok
Ph. Alex-Batonisashvili

Il momento più difficile e migliore della sua carriera

I momenti più felici della mia vita di scrittrice sono quelli in cui mi accorgo che, all’ennesima rilettura di un mio romanzo, mi emoziono ancora.

Capitano ogni volta in cui mi rendo conto che uno dei miei personaggi prende vita e decide in autonomia le proprie azioni, spesso in contrasto con i progetti che avevo per lui.

I momenti più difficili invece sono quelli in cui non riesco a scavare in profondità nel testo che sto creando, ritrovandomi tra le mani qualcosa di superficiale e insoddisfacente.

Il prossimo sogno chiuso nel cassetto

Sto scrivendo un nuovo romanzo giallo: è il seguito di “I tuoi occhi sono foglie”, ma l’azione si svolge dieci anni dopo.

I lettori ritroveranno alcuni dei protagonisti, ormai passati dall’adolescenza all’età adulta.

Questa volta però saremo in Italia, nei paesini della cintura torinese.

Il filo conduttore non saranno più le piante, ma… i gatti!

Di Alberto Corrado