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Pollini una storia di tradizione, ma soprattutto di passione. Cultura del territorio, piacere del bello e che si rinnova anno per anno, aprendo nuove boutique. Ultima ma non meno importante nel consolidamento sul territorio italiano, si aperta a Genova.

La storia di Pollini inizia nel 1953 a San Mauro Pascoli, nell’entroterra romagnolo, producendo scarpe realizzate all’interno di un atelier artigianale, grazie alla presenza in quei luoghi di artigiani di esperti calzaturieri.

L’azienda fondata da Alberto, Lidia e Lucia e Vittorio Pollini, figli del calzolaio Ettore Pollini, acquista fama e notorietà dando inizio ad una produzione su scala industriale che aprì le porte, anche al mondo delle borse.

Questa diversificazione di settore, rende possibile un primo cambiamento nell’azienda, che si consacra con le prime collezioni a tema, di cui la più importante fu “Daytona” che con i suoi stivali stringati, le scarpe sportivo- eleganti, mantenendo una qualità alta nella scelta del pellame, vero punto di distinzione di Pollini, fin dalla sua nascita, si fa portavoce di uno stile iconico, tale da essere esposta al Museum of Fashion di New York.

Da allora si infittiscono le collaborazioni in tutto il mondo, e la crescita del brand diventa sempre più vertiginosa, ma solo nel 2000 avviene un altro significativo cambiamento anche nella tipologia del prodotto, a seguito dell’acquisizione del marchio da parte della holding di lusso Aeffe di Alberta Ferretti, producendo sempre una propria linea, ma realizzando gran parte delle collezioni di accessori dei marchi del gruppo, tra cui Moschino.

Un successo che si concretizza anche al susseguirsi di designers, che portano avanti l’azienda in un progetto di innovazione stilistica: dal’ inglese Nicholas Kirkwood all’italiano Erminio Cerbone.

Appassionato d’arte e della cultura del bello, Cerbone, oggi rappresenta una delle personalità interessanti nel settore, e colui che riflette esattamente la visione stilistica dell’azienda, bilanciando la sapienza del prodotto e il punto di vista della moda.

Una inesauribile capacità creativa, costantemente alimentata dalla ispirazione artistica e una forte propensione per il design della calzatura, che sfocia in linee pulite e dettagli dalla forte identità.

Il coup de foudre tra Pollini ed Cerbone, oltre a trasformare il prodotto, si è concretizzato in una strategia imprenditoriale che, supportata da un investimento mirato, sia nel settore della comunicazione con campagne di forte impatto come quella della FW 2022 che evoca quello spirito cool e rivoluzionario delle atmosfere della Swinging London, sia nel settore di nuove aperture di boutique in tutto il mondo.

Un’altra importante testimonianza, che si va ad aggiungere alla lista delle boutique sul territorio italiano, è l’apertura a Genova in via XX settembre 171, centro nevralgico dello shopping genovese, che ospiterà le collezioni Pollini e Pollini Heritage.

Il design della boutique riprende il concept dei monomarca Pollini, privilegiando colori chiari e linee pulite, insieme all’utilizzo di superfici specchiate che riflettono i prodotti permettendo di cogliere tutti i dettagli e le lavorazioni.

Oggi come ieri, i caratteri peculiari del successo di Pollini sono la qualità, la ricerca e l’innovazione assieme al design ricercato, che diventano scarpe e borse, talvolta anche limited edition, come quelle create in collaborazione con la storica azienda tessile Antica Valserchio.

Declinata in quattro varianti, si inserisce nella collezione Fw 2022, in un racconto unico che parla dei modelli iconici del brand rivisitati e particolare attenzione ai materiali e alla ricerca degli accostamenti.

Accessori che insieme, accendono un look con la stessa scintilla con cui si accende un motore.

Una visione a guardare l’accessorio come un elemento di un contesto di stile, a vedere l’oggetto come ingranaggio di una catena di immagini che portano una personalità, a un modo di essere.

Un suggerimento per gli acquisti di stagione invernale che si apre, per creare un guardaroba come un arredamento di sé e del proprio habitat.

Di Alberto Corrado