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Un volume che racconta, per immagini e parole, l’arte e la creatività di Ken Scott. Prima monografia esaustiva sul grande artista, Ken Scott”, edito da Rizzoli illustrati per Mondadori Eletta (Pagine: 384, 100 euro), è stata realizzata in collaborazione con la Fondazione Ken Scott, e con il supporto di Mantero Seta e di Gucci.

Realizzato in collaborazione con la Fondazione Ken Scott,  è la prima monografia esaustiva sull’attività di Ken Scott e presenta oltre 600 immagini di materiali provenienti dal suo archivio, gli scatti di Guido Taroni e le foto di grandi fotografi internazionali; i testi raccontano l’uomo e il designer attraverso le parole di autori che l’hanno frequentato e conosciuto e di autorevoli firme contemporanee della moda (Shahidha Bari, Federico Chiara, Pierre Léonforte, Renata Molho, Peter Smithers, Isa Tutino Vercelloni, Velascwo Vitali).

Ken Scott, il “giardiniere della moda”, è stato un personaggio eclettico, un creativo a tutto tondo, pittore scoperto da Peggy Guggenheim, creatore di tessuti, designer, ha portato nel mondo della moda la sua passione per l’arte, per i fiori, per il colore.

Nato a Fort Wayne, in Indiana – Usa – nel 1918, appassionato  fin da giovanissimo di pittura, si trasferisce prima a New York e poi in Europa: prima a Parigi e in Costa Azzurra – dove conduce una vita bohèmienne – per poi approdare in modo definitivo a Milano nel 1955. È proprio nella Milano del boom economico che Ken Scott fonda il marchio Falconetto e rivoluziona il mondo dei tessuti e l’uso delle stampe. All’inizio degli anni Sessanta i suoi motivi a fiori grandi, ripetuti e dai colori accesi, con girasoli, peonie, rose, papaveri e ogni tipo di fantasia floreale, trasformano il gusto dell’epoca e lo rendono celebre in tutto il mondo.

Precursore dell’unisex e delle sfilate happening, i suoi abiti vestono l’ aristocrazia e i jet set internazionali: da Jacqueline Kennedy a Marisa Berenson e Monica Vitti, tutti hanno nel guardaroba i suoi capi e frequentano il suo ristorante e le sue case, aperte a feste ed eventi mondani.
L’arte di Ken Scott invade anche il mondo del design: mobili, piatti, lenzuola e altri complementi di arredo portano la usa firma.

Lo stile di Ken Scott è libero ed eclettico e la sua mente vulcanica gli permette di essere un precursore nel campo del design e della moda. Le sue sfilate sono veri e propri show, la sua moda sboccia come un fiore e si colora di raffinata allegria, caratteristiche che renderanno indimenticabile ogni sua creazione.

Recentemente l’archivio Ken Scott, ora custodito presso Mantero Seta, è stato riportato sotto i riflettori attraverso la collaborazione con Gucci per la collezione Epilogue di Alessandro Michele, che prende forma nelle silhouette degli anni ’70, con colori vivaci, stampe oversize ispirate al mondo vegetale e righe arcobaleno che attingono all’archivio di Ken Scott. Nel volume Clara Tosi Pamphili conversa con Alessandro Michele in una bellissima intervista.

La Fondazione Ken Scott è stata creata nel 1988 da Ken Scott stesso per preservare, promuovere e tramandare il suo lavoro e la sua eredità culturale.

Dal 2020 l’archivio trova una nuova collocazione – in una palazzina dedicata – all’interno della grande area alle porte di Como, dove ha sede l’azienda tessile Mantero Seta – fondata nel 1902 e iscritta al registro delle Imprese Storiche – leader nel comparto tessile alto di gamma e che, dal 2019, è titolare del marchio Ken Scott e licenziataria del suo patrimonio artistico.

Uno spazio nuovo, ampio e luminoso, che diventa magicamente allegro e pop grazie alla raccolta di oltre 8000 disegni originali – di cui 2000 inediti – dell’artista che si moltiplicano in campioni di tessuto, carte prova e cartelle di varianti colore, oltre 500 quadri ed elementi in cornice, più di 1000 capi di abbigliamento assolutamente straordinari, foulards, tessuti, estrosi bijoux, borse, occhiali, scarpe, arredi che mescolano i rivestimenti tessili stampati al design di celebri archistar, oggetti personali, documenti, inviti, riviste, pubblicità e ricordi vari. Un corpus preziosissimo, sorgente di bellezza, celebrazione del colore, scoperta ammaliante: ogni singolo elemento contiene una carica esplosiva e suscita un sentimento di ammirazione per la genialità ed inesauribile creatività “dell’uomo dei fiori”.

 

Stefania Lupi