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Uno dei più influenti e ricercati flower design del mondo ci porta nella magia del Natale con un treno vittoriano pieno di desideri. Dobbiamo solo prendere i biglietti e salire a bordo.

“Onorerò il Natale nel mio cuore, 

e cercherò di conservarmi in questo stato d’ animo 

per tutto l’anno.”

                                      Charles Dickens, Canto di Natale.

I fogli del calendario volano veloci ed eccoci in preparazione al periodo natalizio, anche se in questi anni lo stiamo vivendo in modo diverso, forse più sobrio e riflessivo, per quello che vediamo tutti i giorni sotto in nostri occhi. Così comincia ad affastellarsi le idee per decorare l’albero del nostro salotto, comprare dei doni per i nostri cari e scegliere delle leccornie da cucinare per la nostra famiglia o gli amici.

Sono le cosiddette tradizioni che conosciamo da sempre, quando si sorpassa la prima quindicina di novembre, ed entriamo nello spirito del Natale che ci fa sentire una unica collettività.

Per questo Vincenzo Dascanio , uno dei più influenti e ricercati flowers designer del mondo, maestro di bellezza, con il suo estro visionario ha creato una suggestiva stazione ferroviaria ispirata alla Stazione Centrale di Milano per celebrare la magia del Natale, trasportandola in una location altrettanto fiabesca la storica contrada della Spiga di Milano, che fa parte del sestriere di Porta Nuova.

Le origini del nome “Spiga” sono attribuibili a varie interpretazioni: quella più classica alla famiglia Spighi, presente a Milano ai tempi del duca Francesco II Sforza, figlio minore di Ludovico il Moro e Beatrice d’este, altra a quella di una lapide latina proveniente succursale delle Orsoline di Santo Spirito. Spica, in latino, era anagramma di Pacis (it. “pace”).

Un vero tuffo nel passato reso possibile da questo allestimento dal sapore retrò di grande effetto, che omaggia le atmosfere iconiche del Palazzo Garzanti, situato al numero 30, attraverso il tema del viaggio a ritroso nei ruggenti anni Venti.

In omaggio a questo spirito il treno d’antan Spiga Express, fermo in attesa dei passeggeri, pronti ad iniziare un viaggio leggendario a bordo delle sue carrozze, che si estendono su 600 metri quadri suddivisi a più piani dove ogni raffinato spazio ricco di colori e decorazioni promettono momenti indimenticabili.

Vistati i biglietti dai due controlli che sembrano sbucati dall’epoca vittoriana, proprio come nel Racconto di Natale di Charles Dickens, si sale a bordo in questo viaggio senza tempo, dove i vari ambienti come la sala d’attesa, la biglietteria, il deposito bagagli, il vagone ristorante, la galleria commerciale, la banchina, la parrucchiera fino all’ufficio del capo stazione e degli oggetti smarriti, sono riprodotti fedelmente, grazie allo studio meticoloso e all’attenta ricerca degli arredi.

Ogni elemento, dagli orologi alle valigie coloniali, dalle boiserie in legno lucido alle lampade d’ottone concorrono a ricreare le atmosfere di un Grand Tour alla scoperta della magia del Natale.

I facchini con i guanti bianchi accolgono i passeggeri per accomodarli nei vagoni rivestiti di sete e velluti, invitandoli a rilassarsi nell’accogliente VD Cafè, anch’esso fedele allo stile d’epoca, per sorseggiare un caffè con dolcetti di mandorle o croccanti al pistacchio o gustare un pranzo gourmet ispirato alla d’origine pugliesi di Vincenzo Dascanio.

Questa visione creativa si estende anche nel percorso delle piccole botteghe che offrono fiori freschi, oggetti da tavola, vasi, complementi d’arredo, candele e giochi e oggetti per i più piccini.

Uno scrigno delle meraviglie da regalarsi che rappresenta dunque un messaggio di libertà, un invito di lanciare ai tutti noi, per sognare e fare nuove esperienze per avvicinarci a quella esperienza di ricercare le vecchie botteghe artigianali di un piccolo paese, anche se siamo in una grande città.

Al centro di questo progetto c’è l’amore puro di Vincenzo Dascanio, capace di comprendere i sogni e i desideri di ognuno di noi, ma anche l’opportunità di sintonizzarsi su una frequenza più alta, prestare le nostre voci al ritornello che canta uno dei brani più antichi, la canzone del potere redentore dell’amore.

di Alberto Corrado