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L’ultimo romanzo Alison Weir scrittrice inglese, è un ritratto femminile di donne, nonne, bimbe decise a sopravvivere ad ogni costo alla rovina.

““Cariad, parlami. Parla con me, cariad”.

Elisabetta si sentì circondare da due bracci forti, ma non era in grado di rispondere, il mondo stava scivolando via”.

Alison Weir- Elisabetta di York- L’ultima rosa bianca

C’è nella prosa di Alison Weir, una costante attenzione ai dettagli. Che non vuol dire né ridondanza né gusto del superfluo, anzi. Sta di fatto che i suoi personaggi affiorano, quasi sempre attraverso la descrizione di ciò che indossano, dei colori che portano, e che li segnano: tessuti, accessori, abbinamenti.

Ed ecco che la figura emerge, tutti i particolari si legano assieme, e come in un gioco di prestigio, essa prende vita, si muove nella storia del tempo, si racconta.

Questo processo creativo di cui, rara generosità, l’autore rende partecipe per chi legge, è il filo conduttore dell’ultimo romanzo di Alison Weir, “Elisabetta di York – L’ultima rosa bianca”, edito nella sezione I Narratori di Neri Pozza.

Alison Weir

 Storia struggente, avventurosa e a volte tragica di Elisabetta di York, figlia, sorella, nipote e madre di re. Consorte modello, donna generosa e influente, Elisabetta visse uno dei periodi più turbolenti della storia inglese, quello dello scontro fra gli York e i Lancaster.

Eppure, riuscì a lasciare dietro di sé un’eredità destinata a specchiarsi nei secoli, e a concretizzarsi, anni dopo, in quella nipote che sarebbe stata la prima donna della dinastia Tudor a salire al trono: Elisabetta I.

Una donna protagonista del suo tempo, capace di imporsi con il fascino e la determinazione, ma anche piena di insicurezza per il destino dei figli.

Ma ci sono anche gli uomini in questo romanzo. C’è in sostanza, una umanità al completo, cui Alison Weir da un caleidoscopico di voci e colori. Ci sono anche i paesaggi, a volte cittadini, ma molto spesso rurali con i castelli e tenute dove i personaggi che risiedono sono molto spaesati. Ci sono interni di case, conventi, torri e sale regie, e il fluire delle acque del Tamigi, con le sue barche e chiatte. Ma ci sono soprattutto loro, quei tanti personaggi che paiono scaturire, così con naturalezza della vita, a volte avvolti da mantelli sontuosi, a volte dietro una porta chiusa, non a caso.

Il romanzo si può dividere in due parti: dai primi 15 anni di vita di Elisabetta e la sua famiglia, per poi procedere nella seconda parte con la morte di Edoardo IV e l’ascesa al trono del fratello, conosciuto come l’Usurpatore, fino alla sua morte per mano di Enrico VII che conquisterà il regno e sposerà Elisabetta.

Un romanzo avvincente che si presenta con una scrittura fluida, in terza persona, ma con la prospettiva di rappresentare Elisabetta di York. Saremo quindi in viaggio con lei nei meandri della corte più affascinante e pericolosa d’Inghilterra. È un romanzo storico nel vero senso della parola, ovvero che Re e Regine non sono un pretesto per raccontare storie d’amore o di intrighi passionali. In “Elisabetta di York – L’ultima rosa bianca” non ci sono solo gli intrecci amorosi tra i vari protagonisti, ma soprattutto la politica, gli interessi economici, le fonti, e la pura Storia. Alison Weir ha calato in questo romanzo tutti i protagonisti dell’epoca, ne sono tanti, ma ognuno ha un ruolo fondamentale.

 

Ludlow Castle

Storie che entrano nella storia e che prendono vita, dando il benvenuto al lettore, come se quello fosse anche il suo mondo. Di questo, in fondo, è fatta la letteratura degna di tale nome.

Di Alberto Corrado