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Elisabetta Franchi cambia rotta. Non è più una moda sedépêcher, ma un gusto compromesso tra glamour e sensualità. Unico nel suo genere.

È sempre intrigante capire come si evolve il lavoro di Elisabetta Franchi, e dove il suo esercizio stilistico, possa prossimamente essere indirizzato, avendo stupito con un cambio rotta tutti i buyer e ospiti alla sua presentazione della collezione primavera-estate 2024, nella scorsa Milano Fashion Week.

Uno show molto ritmico, imposto da un tappeto sonoro rock, per un omaggio a quella musica synth pop dei Depeche Mode, quintessenza della musica elettronica degli anni ottanta/novanta.

Una colonna sonora narcotizzante che rendeva ogni super top model che appariva in scena, un essere divino super sexy, grazie soprattutto, alla silhouette pulita con tagli minimali che scoprivano alcuni parti del corpo, ai décolleté con tacco iconico logato della Maison, fino ad un make up che esaltava la sensualità e la bellezza dell’incarnato di ogni singolo viso.

Ognuna di loro era un ritratto inedito di quelle icone, che hanno segnato il percorso professionale del brand, per poter suggerire alle nuove generazioni e non, cosa indossare e cosa comprare per il prossimo guardaroba estivo da top model: dai micro short ai mini dress, dal daywear sguarciati da nuance silver agli abiti da cocktail di estrema sensualità composti da bagliori metallici che riportano al palco, alle chitarre e ai backstage del sound musicale degli anni’80 e ’90.

L’istinto editoriale di Elisabetta Franchi, sollecitata dalla magia creativa di CR productions, ha così creato una immagine di una donna forte e decisa, che irrompeva e invadeva lo spazio preposto, esplicitando quel connubio tra musica|moda e rock, confermando una iconicità atemporale.

Un andamento dinamico che ritroviamo nella storia professionale di Elisabetta Franchi e nella costruzione della sua etichetta omonima fatta da un business ad alta redditività, grazie alle sue linee che rispecchiano quelle tendenze femminili che piacciono a tutte le donne: dallo slink retrò anni’70 al boho -luxe, dalle svasature basse ai tacchi altissimi.

Per la prossima estate, la designer bolognese ha desiderato disegnare una collezione dalla gestualità tattile, come se ogni donna che indossa un suo abito ad un cocktail, o ad un evento social, sia riconoscibile, affinché tutti possono dire che “quello è un Elisabetta Franchi”.

Ancora più interessante, a mio avviso, è stato nell’analizzare e creare una serie di elementi, assenti nelle scorse collezioni, che hanno arricchito e evidenziato quella estetica glam degli anni ’80 e ’90, apparsa nei long dress abbinati a giacche e capispalla in pelle, come se fossero una rivisitazione in stile ventenne, degli abiti colonna che definivano il corpo di Georgina Grenville, quando indossava Versace o Gucci, disegnata da Tom Ford.

Questa narrazione veniva anche evidenziata nelle maglie cristallizzate o le typo-T-shirt che sono l’interpretazione contemporanea del capo basic o democratico estivo, ritornate in passarella in maniera irriverente talvolta con script o attillate in block color, abbinate su gonne longuette o mini.

La molteplicità dei materiali e degli spunti offerti costruiscono un autentico inno alle donne e alla loro forza, affinché molti uomini apprezzino non solo la fisicità, ma anche questo lato interiore, portando in show quel gioco chiaro e scuro di luci che rimandano a quella visione espressionista degli anni ‘80/’90, che ha segnato il cambiamento del desiderio femminile.

Il sound ipnotico di “Personal Jesus” ci parla del rapporto personale e intimo di ogni donna, in cui una parte funge da “deus ex machina” per l’altra, aiutandola ad affrontare i problemi della vita.

Un suggerimento a tutte le donne che hanno coraggio di cambiare e che non si sono mai fermate davanti a niente, perché per loro ogni giorno è un passo in più verso quella scuola di libertà e di democrazia, da conquistare. Anche se bisogna, talvolta, ricominciare da capo, magari cercando conforto in chi è più vicino, a lei.

Di Alberto Corrado