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L’estetica di un pantalone come gesto di composizione sartoriale che annulla la destinazione di genere.

Un debutto quasi tenuto in segreto, ma di grande prestigio nel cortile del Castello Sforzesco di Milano, è stato quello di Joeone, brand cinese di menswear che da 33 anni si concentra sullo sviluppo di pantaloni maschili e che dopo quasi dieci anni dal proprio debutto nel 1989, è diventato leader di settore nel mercato orientale.

Partendo dal gesto istintivo di tagliare con le forbici per creare un paio di pantaloni per poi ricomporre tutto modellando sul corpo, il giovane direttore creativo del brand, Louis Gabriel NOUCHI costruisce un’intera collezione, per meglio affermare l’identità del brand e per realizzare un viaggio nella Cina della Dinastia Song, epoca di “Rinascimento” per la civiltà ed economia cinese.

Louis Gabriel NOUCHI

Un’idea che ha dato il via al lavoro di costruire un’intera collezione estiva, partendo dal taglio istintivo e professionale di un paio di pantaloni, come primitiva esigenza di vestirsi, ma anche dando forma ad abiti con tagli e volumi non prestabiliti, ma occasionali e auto-formati attorno al corpo.

Un lavoro di ri-autentificazione dell’Heritage del brand, riportandolo alla base del significato, ma rinnovandolo nel linguaggio attraverso un appeal outodoor e dai tessuti che alternano fibre naturali a quelle tecniche fino ad annullare la destinazione di genere, perché donne e uomini possono tranquillamente indossare questi capi, senza timori di travestitismo.

 

Con Louis Gabriel NOUCHI l’expertise aziendale confluisce in una proposta di cappe, short, camicie, tute e pantaloni pensati ad ogni occasione d’uso e si concretizza in un glamour inaspettato, una forza di espressione che questi capi molto rifiniti anche sui dettagli, sono una forza ,che rifugge dal tutto omologato.

Anche la scelta dei colori e dei pattern che attingono ai pennelli di Wang XImeng, artefice dell’iconico dipinto “A Thosusand Miles of Rivers and Mountains”, pittore di corte sotto la guida di Song Huizong, imperatore cinese, noto per il raffinato gusto estetico, ci fanno riscoprire e affermare che una collezione deve essere pensata, disegnata e modellata, tagliata e cucita a mano, per essere apprezzata e diventare un feticcio.

Un invito a rifuggire il pre-confezionato e di tutto quelle immagini che ci forniscono i social network, per arrivare ad un’identità, anche partendo da uno solo capo di vestiario.

di Alberto Corrado