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È un luogo da vivere “dedicato all’alta cucina e alle generazioni future”. A 40 anni dalla fondazione, Arnolfo, il ristorante due stelle Michelin di Colle Val d’Elsa dello chef patron Gaetano Trovato, inaugura la sua nuova sede. Il ristorante Arnolfo fondato 40 anni fa, nel 1982, dai fratelli Gaetano e Giovanni Trovato nella piccola cittadina toscana di Colle di Val d’Elsa ad oggi rappresenta una vera e propria destinazione nel cuore della Toscana per appassionati dell’arte culinaria e cultori del bien vivre internazionale.

La casa di Arnolfo, così ama definirla lo Trovato, cambia sede e si sposta dal centro storico del borgo toscano alla collina di fronte, da dove si può godere di una vista unica sull’intera cittadina medievale, paese natìo dallo scultore e architetto Arnolfo di Cambio. “Questa nuova sede è dedicata alle future generazioni, si tratta di un progetto che raccoglie in sé l’essenza di un intero viaggio, un’esperienza di vita e lavoro, quella dello chef Gaetano Trovato, segnata dall’entusiasmo e la creatività di chi è abituato a guardare sempre oltre il presente. Un luogo innovativo nei contenuti tecnologici ma anche nel pensiero che ne ha suggerito la realizzazione, ovvero la volontà di rappresentare a pieno il legame imprescindibile tra l’alta ristorazione, gli uomini e l’ambiente”, spiega lo chef. Il rapporto tra lo Chef, la sua brigata e i fornitori è sempre stato un focus nell’esperienza di Arnolfo, lo testimoniano generazioni di cuochi che si sono formati nelle cucine della famiglia Trovato e a cui piace definirsi “arnolfini”.

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The Frame è il nome scelto dallo studio di architettura Milani per la progettazione del nuovo Arnolfo, per raccontare il dialogo tra cucina, sala e ospite, un dialogo che continua attraverso le linee, i materiali e gli spazi come una finestra sensoriale aperta sul territorio e al contempo rivolta all’interno verso gli ospiti e le esigenze delle persone che vi lavorano.

Il design segue questo tema, anzi lo raddoppia con due cornici, una con vista sul borgo e la campagna circostante, l’altra che si apre alle cucine e di conseguenza al lavoro dell’uomo. Due anfiteatri rivolti alla natura umana e a quella di un territorio, oltre che verso la storia dell’alta cucina italiana. Mille metri quadrati di superficie divisa in due sale, una con 8 tavoli e l’altra, divisa dalla prima con opere d’arte mobili con 6 tavoli, per un totale di 40 posti come gli anni della carriera dello Chef.  Una cantina dal design contemporaneo in grado di accogliere 6.000 etichette con un’area dedicata ad eventi privati a cui si giunge attraverso una scala affacciata sulla libreria di ottone e ferro. Vino e ospitalità contenuti dell’eredità professionale e umana di Giovanni Trovato in qualità di sommelier e maitre de maison di Arnolfo che da sempre ha accompagnato l’esperienza di vita e di lavoro dello Chef Gaetano.

Il progetto di arredo design, così come gli elementi architettonici degli interni, vedono come protagonisti i materiali tipici del territorio attraverso un disegno continuo che si coniuga alle linee eleganti e contemporanee dei tavoli di Desalto o le sedute Archibald di Poltrona Frau per giungere all’area cucina, su due livelli, firmata e progettata con tecnologia 4.0 dallo stesso chef in collaborazione con De Manincor.

“Il progetto unisce cromie e materiali del territorio come un menù ereditato dal passato ma interpretato in chiave contemporanea, un po’ come la cucina di Gaetano Trovato” afferma l’architetto Milani, scelto dalla famiglia Trovato per la progettazione del nuovo ristorante. All’interno sono stati usati metalli bruniti e lucidati, terre di Siena abbinate a travertini e marmi locali. La grande cornice che inquadra il paesaggio storico di Colle Val d’Elsa è stata realizzata da un artigiano locale in acciaio specchiato. La cucina, fulcro dell’attività di Gaetano Trovato, è stata sviluppata con soluzioni estetiche e funzionali uniche per il panorama italiano. “In questo spazio più ampio, avremo la possibilità di poter esprimere al meglio tutti i contenuti del nostro progetto di ristorazione e di vita. Due i menù da scoprire: “Ottantadue\Ventidue”, per celebrare i 40 anni e “Impressionismo Vegetale”, il percorso vegetariano che caratterizza il lavoro dello chef ormai da 15 anni.

Gli spazi esterni ed i giardini sono stati organizzati in modo tale da creare una promenade di accesso suggestiva e funzionale al dialogo tra esterni ed interni. “La filosofia di Arnolfo non cambia, ma si colora di nuove sfumature” conclude Alice Trovato, figlia di Gaetano e Manager del ristorante Arnolfo, in qualità di rappresentante del futuro più prossimo di questa importante realtà italiana dell’alta cucina e dell’ospitalità d’autore.

a cura di Elisabetta Canoro