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In mostra alla Fondazione Sozzani dal 18 settembre al 8 gennaio 2023 i celebri scatti del fotografo kenyota.

La sintesi dell’arte fotografica dal titolo “The Witness Climate Change”, che sarà presentata a settembre alla Fondazione Sozzani a Milano, dal 18 settembre al 8 gennaio 2023, di Max Vadukul è un reportage di circa venti immagini in grande formato, per creare una sorta di osservatore cosmico, che esamina il devastante impatto dell’uomo sull’ambiente, e gli effetti del cambiamento climatico.

L’artista kenyota, nato a Nairobi, nel 1961, da genitori indiani, all’età di nove anni prese in mano una macchina fotografica che si trovava in casa, dato che suo padre lavorava per Zeiss, il produttore tedesco di lenti, e da quel momento in poi il suo obiettivo è stato quello di diventare fotografo, finalizzato a documentare la vita e il suo tempo. All’età di 22 anni fu scoperto da Yohij Yamamoto, che lo ingaggiò per realizzare campagne pubblicitarie. Da quel momento Max Vadukul iniziò a lavorare per Vogue Paris, dove sostituì nel 1996 Richard Avedon e parallelamente proseguire la carriera come fotoreporter per The New Yorker. Attualmente collabora regolarmente con riviste internazionali quali T: The New York Times Magazine, Esquire, Vogue Italia, France, India, China, Egoiste.

Uno dei pochi fotografi della sua generazione, a proseguire la tradizione delle foto artistiche di reportage, come in questi scatti perfetti, esposti a Milano, che documentano Mumbai e altre metropoli indiane, e alcune aeree più inquinate del mondo, analizzando un periodo che va dal 2018 e il 2020, ponendo lo spettatore a riflettere sul nostro futuro e la possibilità di poterlo migliorare.

“La mia passione per il reportage d’arte si è ora orientata verso il tema del cambiamento climatico. Ho pensato di ampliare il mio recente progetto “Witness” iniziato nel 2018 nei dintorni di Mumbai e Kolkatta” dichiara Max Vadukul “In queste immagini vorrei mostrare i luoghi più belli che stiamo perdendo per mancanza di consapevolezza e di attenzione, le aree che stanno già subendo i reali e potenti effetti del cambiamento climatico; i santuari naturali incontaminati e le specie selvatiche del pianeta, in diminuzione e a rischio di estinzione a causa di questi cambiamenti.”

Saranno presenti in mostra anche una selezione di celebri ritratti degli anni ’80-’90 quali 22 Premi Nobel, i Rolling Stones, Iggy Pop & Anthony Bourdain, Julian Assange, Paul McCartney, Mick Jagger, Aretha Franklin, Brad Pitt e Leo Di Caprio. 

di Alberto Corrado