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Una collezione ispirata alla luce e alla rinascita, per creare interconnessione tra brand, creatore, pubblico e coloro che acquistano.

Francesco Risso, direttore creativo di Marni, per presentare la collezione donna SS 2023 ha scelto New York. In un sabato sera newyorchese con un cast di modelle e amici ha fatto il suo debutto in terra americana, scegliendo come location DUMBO, che è l’acronimo di Down Under The Manhattan Bridge Overpass, letteralmente sotto il ponte di Manhattan che indica un quartiere piccolo ma dallo stile unico.

Sulle note della colonna sonora, scritta da Dev Hynes, cantautore inglese noto in passato con gli pseudonimi Lightspeed Champion e Blood Orange, ed eseguita dal vivo da The String Orchestra di Brooklyn ha sfilato una collezione ispirata alla luce, che cambia nel corso di una giornata di campagna italiana.

Una proposta di capi snella e minimalista, nonostante la tavolozza di colori, che ha portato in pedana cappotti, blazer e abiti classici dalle spalle squadrate, vellutate maglie a coste sagomate vicino al corpo, con alcune con maniche che scendevano dalla cintura, o fori extra per il collo, che creavano isole circolari sul décolleté, a prescindere dal sesso, di chi li indossava.

Il corpo è il protagonista di questa collezione”, ha detto RissoTutto è costruito in maglie, maglieria, cose che, in realtà, vanno con il corpo piuttosto che contro di esso”.

Il concetto del cerchio lo si ritrova anche su altri pezzi, che si trattasse dei treni ad anello sugli abiti o sulle albe astratte groovy riportate in raso sulle T-shirt.

Un Risso inedito che ci porta pensare all’universalità del modo di creare abiti, sia pensando alla decadenza delle nostre vite e del tempo che passa, come nel tempo vissuto, durante il lockdown, ma, anche alla bellezza di quelle albe e tramonti italiani o primordiali di Stonehenge e Manhattan durante il periodo pandemico, che ci hanno cullato, verso il percorso di andare avanti, per riprenderci lo stesso ritmo del respiro, che talvolta era tolto.

Un nuovo pensiero, che significa capire le cose da una prospettiva diversa, ed entrare in contatto con persone diverse, tale da decampare da Milano e volare a New York. “Da quando l’America ha aperto i suoi confini lo scorso dicembre” ha precisato Rissosono stato qui, non so, forse venti volte”.

Una sorta di sfida e di rischio per smettere di mettere il designer su un piedistallo, ed iniziare daccapo con tutte le relazioni: tra brand, creatore, pubblico e coloro che acquistano.

Un “Risso’s pensiero” che è in sintonia con il punto in cui siamo in questo momento, quello di parlare universalmente, e non in modo definito, come si è fatto in passato o fino a poco tempo fa.

Tanto da aspettare la sua prossima mossa, ma certamente sarà diversa di quella che potevamo aspettarci “Non ho fretto di tornare a Milano, almeno non prima del 30° anniversario del marchio nel 2024”.

di Alberto Corrado