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La collezione è una messa in discussione dei vestiti e degli ambienti, delle abitudini culturali che segnano la vita e la moda femminile. Per un guardaroba fuori dai clichè.

Alessandro Dell’Acqua, direttore creativo di N°21, ha mandato in passarella per la collezione autunno inverno 2023-2024 un omaggio a Monica Vitti e Jeanne Moreau, due attrici che sono state eroine tragicomiche, svagate e nevrotiche, ma che hanno sempre trovato una forma di riscatto nella propria autenticità.

Proseguendo sulla strada intrapresa nelle precedenti stagioni parlando della femminilità e del riscatto delle amanti, Alessandro Dell’Acqua aggiunge una cristallizzazione degli elementi più vitali e originali della sua ricerca sartoriale, fino ad arrivare ad un vero valore di discorso poetico quello della contemplazione del corpo.

E questo non è altro che un riferimento fondamentale derivato dalla grande sperimentazione cromatica e fotografica che Michelangelo Antonioni che sempre usato nei suoi lungometraggi come nella La Notte del 1961 o in Deserto Rosso del 1964.

Film che sono funzione espressiva di quella alienazione che metteva in crisi i valori di un costume e di una morale non più corrispondenti alla nuova realtà umana e sociale creata dal benessere, lo stesso che ritroviamo nel racconto narrativo di disagio esistenziale e atteggiamento di nonchalance in questo show.

Ho iniziato a lavorare su questa collezione pensando a due figure femminili create dal cinema degli anni Sessanta ma che mi sembrano caratterizzare molto i nostri anni” dichiara Alessandro Dell’Acqua dietro il backstage prima dello show “Monica Vitti e Jeanne Moreau nel film La notte, ma anche la sola Vitti in Deserto rosso, di Michelangelo Antonioni. Sono gli anni della messa in discussione e dell’insoddisfazione provocata dai traguardi sociali raggiunti. Ma anche quelli della scoperta della sensualità, perfino dell’erotismo, insieme all’uso – spregiudicato per l’epoca – della scaltrezza e della perfidia. Sono gli anni in cui i cliché della provincia italiana e della media borghesia si sgretolano messi di fronte a un mondo in mutazione” e aggiunge “Oggi mi interessa lo stesso atteggiamento che ricerca il nuovo senza nascondersi nella comodità delle certezze e per questo ho messo insieme molti cliché del guardaroba femminile per meglio identificarli, stravolgerli, abbatterli o semplicemente per sdrammatizzarli. Ho scelto di lavorare non attraverso le forme e i volumi ma dando ai vestiti la possibilità di mettersi al servizio di un linguaggio del corpo molto libero che così diventa automaticamente anche molto sofisticato».

Analizzare un nuovo guardaroba femminile dove si reinterpretano le forme, le proporzioni stravolgendo i cliché possibili della cultura moda come nel mostrare i cappotti indossati all’incontrario per diventare degli abiti scomposti. Tailleur diventano minimali costruiti in un tessuto maschile, così il cardigan in finta pelliccia che si abbina alla camicia maschile a righe, che si appoggia su una gonna in satin laccato. O i cardigan che si chiudono sulla schiena e sono fissati all’orlo da broches evidenti, mentre gli abiti chiffon si sovrappongono alle seduttive sottovesti in tulle invisibile.

Molti effetti trompe-l’oeil, come l’abito che nasce da sottovesti sovrapposte, la gonna che sembra formarsi da una sottoveste ribaltata o il twin-set nudo costruito con il nylon totalmente trasparente.

Un linguaggio sofisticato che si ritrova negli accessori come le scarpe con il tacco invisibile fatte in pelle, vernice, in pelle stampata cocco, in pelo maculato e in raso. Qui la palette colori spazia dal nero al rosa e al verde. Stessa gamma cromatica per le borse che riattualizzano i modelli classici e aggiungono un nuovo modello Edith, che ha una pattina ampia sottolineata da una bacchetta in metallo dorato.

Un’altra prova di Alessandro Dell’Acqua di raccontare e trasformare ogni regola in opportunità per creare un guardaroba body language fuori da ogni cliché.

di Alberto Corrado