fbpx

Nell’Atelier Christian Dior si procede come in una liturgia, in cui il passato si inserisce a ogni pulsazione di presente.

La lunga processione di 65 dee moderne ha creato un’atmosfera estetica visiva rilassante sulla passarella di Christian Dior.

Maria Grazia Chiuri, direttore creativo della linea femminile, ha desiderato riunire la potente semplicità degli archetipi della bellezza greca e romana, quella antica cultura in cui lei è cresciuta a Roma, come una liturgia, in cui il passato si inserisce a ogni pulsazione del presente.

L’incedere ieratico delle modelle è simile a quelle di tutte le dee che hanno governato e governato il mondo, dove da un lato si ritrova un minimalismo incontaminato come nelle cappe monumentali, negli abiti a pieghe verticali che ricordano le colonne doriche, e dall’altra la delicatezza dei tessuti nelle sottovesti-da vergine, negli abiti da ninfa.

Un classicismo che viene interpretato attraverso l’abito, come ruolo centrale della collezione, che è stato onorato da Maria Grazia Chiuri posizionando giacche su gonne e abiti lunghi abbinati, allentando l’imbottitura dei pepli, per un senso di eleganza concisamente moderna.

Una celebrazione femminile forte e fragile, che sostiene il passato, non dimenticandolo, e ci guida verso una visione del futuro fondata sulla cura e la consapevolezza.

La tunica, il peplo, la cappa e la stola sono fogge che affinano l’unicità del corpo per ritrovare un gesto poetico della couture e dell’artista che con il suo lavoro riesce a trasformare la grande scatola dell’arte in un doppio movimento di memoria e immaginazione.

Di Alberto Corrado