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Marc O’ Polo pensa un guardaroba minimalista per donne e uomini, che si interroga sulla relazione tra il corpo e la personalità, che ognuno gestisce.

Il minimalismo è stato utilizzato in qualsiasi campo, dall’arte al mondo della moda, grazie all’impulso visivo degli artisti americani degli anni’60, come Robert Morris e Anne Truitt. Un’estetica legata alle linee semplici e alla tendenza di vivere connessi con la natura.

Un significato che si ritrova nella storia di Marc O’Polo, azienda fondata nel 1967, che andò contro tendenza in quegli anni, nell’utilizzare materiali naturali, contro l’uso diffuso di fibre sintetiche. Negli anni’80 lanciò la sua prima “Raw Collection” e nel 2005 smise di lavorare con la pelliccia vera, per poi nel 2006 utilizzare il cotone biologico e utilizzare materiali riciclati.

Per questo la collezione “Togheter Connected” per il prossimo inverno traduce questi concetti nel ready to wear, mantenendo l’obiettivo di offrire capi, che celebrano l’individualità del corpo e offrono in concreto, grazie ai materiali riciclati o tracciati responsabilmente, quell’importante valore di solidarietà con la natura.

Parte da qui, allora, la collezione di capispalla e maglieria durevole e di qualità, dove il corpo si sente libero, le silhouette, le palette cromatiche, le scelte tailoring si soffermano sull’unicità di quel minimalismo, che assume il significato di una visione autentica e non di una spoliazione di forme e volumi.

L’atto successivo arriva di conseguenza: dai capispalla  che sono proposti con diverse lunghezze e realizzati in un resistente tessuto light di cotone organico e riciclato, completati da fodere e imbottiture ricavate da materiali riciclati, alla giacca Caban in blu scuro, realizzata con una lana che proviene da allevamenti responsabili di pecore nel sud della Germania, fino alla maglieria robusta e sfaccettata come i tradizionali modelli Fair Isle o cardigan pesanti, o dolcevita a grana larga con caratteristici dettagli in tweed.

Le immagini di campagna firmate da Dan Beleiu trasportano ogni singolo capo in una manifestazione minimalista del suo essere perché quando il minimalismo è omogeneo il significato diventa minimale.

Ed è in questo Marc O’ Polo trasferisce nella sua produzione seriale dell’industria, una manifattura sartoriale che diventa ancora più preziosa dato dall’uso di prodotti sostenibili.

Coerente esteticamente, uomini e donne di Marc O’Polo trovano anche una completezza assoluta nel potersi scambiare le suggestioni culturali di quel passato degli anni’60 dove tutto ebbe inizio, e che continuano ad essere riportate nel presente con uno sguardo ancora più corretto e sostenibile.

Di Alberto Corrado