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Il Grand Tour di Bosideng è approdato anche il nostro Bel Paese, mostrando in una location d’eccezione come Casa Atellani, una collezione scrigno di meraviglie e tecnologia.

Nell’era dell’outodoor in piuma extra leggera riprendere le plissettature e le goffratture e ruches doppiate che si rifanno a quei modelli che incarnarono le concezioni di Umanesimo e di Rinascimento, è un’ardua impresa, ma non Pietro Ferragina, direttore creativo di Bosideng.

Quindi sentire Pietro Ferragina dietro le quinte descrivere un trench o giacche armaturate, significa comprendere la sua sensibilità verso il passato e le possibilità del presente.

Più precisamente, ha dato a questa collezione un tocco generale in un modo che normalmente non si associa al marchio, grazie anche in gran parte al colore caldo del bianco “grano”, non trascurando la palette iconica B&W, e al blocco dei materiali come seta, satin di nylon, organza, lana, bouclè, Gore-Tex e scuba.

Pietro Ferragina è stato sufficientemente sedotto da questo accostamento tra moto e mademoiselle da riproporlo anche su altri capi della collezione, aggiungendo la delicatezza e l’eleganza del ricamo di Suzhou realizzato su telaio manuale, uno dei quattro stili più antichi della Cina.

Anche gli occhiali da sole realizzati in collaborazione con Saturnino Eye Wear, firmata dall’eclettico musicista Saturnino Celani, si è trasformata in una narrazione perfetta al tema, dando una spinta in avanti al marchio.

Se l’obiettivo di Pietro Faggina era di presentare una collezione con un tocco glamour, i suoi look vincenti sono stati quelli fit slim che si sono fatti via via più loose, per poi esplodere nelle silhouette puffy del grand finale.

E per quanto riguarda le giacche windbreaker, mixate con materiali altamente tecnici, dimostrano che il marchio non rimane bloccato nella routine outdoor, ma avanza sempre di più, nel presentare capi per multiformi occasioni d’uso.

E in questa collezione la parte femminile non è stata sacrificata a quella maschile, anzi ha avuto un giusto equilibrio, per mettersi al passo della continua evoluzione, che forse spiega la scelta di crinoline dress e corsetti con le stecche di balena, e le maniche a prosciutto.

Un Bosideng rinascimentale, ma con un tocco aereodinamico, che viene indossato con orgoglio, anche se fosse vivo Leonardo da Vinci, che amava concepire qualsiasi suo progetto attraverso la scienza, per descrive la natura in modo quantitativo, mentre l’arte invece la descriveva in modo qualitativo. Partendo da questa geometria segreta del genio possiamo pertanto dedurre che la moda applicata alla tecnica è molto di più vicina di quanto si possa pensare.

Di Alberto Corrado