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È stata presentata la prestigiosa classifica del Gambero Rosso che premia i migliori ristoranti italiani all’estero. Giunta alla sua quarta edizione, la Top Italian Restaurants, riunisce oltre 700 locali nel mondo di autentico sapore italiano, valutati con il classico rating da uno a un massimo di tre. La Guida si consulta gratuitamente al link www.gamberorossinternational.com/restaurants. Nel tabellino finale si contano 18 Tre Forchette (ovvero i ristoranti fine dining), 13 Tre Gamberi (le osterie tradizionali e i bistrot), 15 Tre Spicchi (le migliori pizzerie) e 19 Tre Bottiglie (i migliori wine bar e cantine del vino italiano nel mondo). Record per Tokyo, che si aggiudica ben sette premi speciali.

Affaccia sul Bund il Ristorante dell’Anno: Da Vittorio, Shanghai, è frutto della professionalità della famiglia Cerea che ripropone all’estero, il meglio della storica insegna di Brusaporto. Il merito è di un team perfettamente formato e affiatato, guidato dal giovane chef Stefano Bacchelli. Altissimo lo standard qualitativo, tra i piatti imperdibili, gli intramontabili paccheri alla Vittorio e il piccione a regola d’arte. Non è finita qui. Di prossima apertura, nel giro di pochi mesi, un bistrot all’interno del nuovo museo Ucca.

Ristorante dell’Anno: Da Vittorio, Shanghai

Ristorante Emergente è Mono, a Edimburgo, completo di bar annesso, frutto dell’entusiasmo di una coppia affiatata di giovani chef lombardi, Andrea Pruneri e Simone Croci, alle spalle importanti esperienze in Scozia e in Francia, e l’esperienza di Joseph Crolla. Il menu mette insieme il meglio dei prodotti locali e italiani, in una sana e stimolante sperimentazione, in un percorso degustazione rock, perfettamente ritmato. Altrettanto valida la carta dei vini: giovane, fresca e super fruibile. A meno di due anni dall’apertura, la crescita è netta. E c’è ancora spazio per salire, appena il locale riaprirà i battenti.

Pizzeria dell’Anno è Peppe Napoli sta’ ca’’, a Tokyo. A ‘forgiare’ la miglior margherita oltre i confini nazionali è il talento di Giuseppe Ericchiello, titolare di due pizzerie di successo, dove gustare una pizza ariosa, soffice, impreziosita con ingredienti d’origine dal sapore certificato. E la distanza tra Napoli e Tokyo si azzera.

Mario Gamba, bergamasco a Monaco di Baviera è Chef dell’Anno. Autentico maestro della cucina italiana in Germania, ha fatto esperienza da un paese all’altro del mondo prima di scegliere la città tedesca per aprire nel 1994 il ristorante Acquarello. Sono oltre 25 anni che propone un inesauribile tesoretto di ricette regionali, rivisitate con spirito creativo nel segno della tradizione. Preparate a regola d’arte le consistenze, il registro da fine dining così come quello delle paste fresche, anche in versione delivery.

Mario Gamba è Chef dell’Anno

Nuova Apertura dell’Anno è il ristorante Cori Pastificio Trattoria di San Diego. È frutto della perseveranza di Accursio Lota, origini siciliane di Menfi, ha fatto una carriera brillante in California, prima come chef del ristorante Solare per poi aprire lo scorso gennaio un Pastificio. In carta si spazia dagli arancini alle paste ripiene perfettamente tirate, classici come la parmigiana e una carta di vini snella, con piccoli produttori e tanti vini selezionati.

È a Bordeaux la Carta dei vini dell’Anno, che se l’è aggiudicata TentaziOni, bistrot nei vicoli del centro storico cittadino: pochi tavoli, arredi vintage e cucina creativa elaborata dallo chef sardo Giovanni Pireddu. La moglie Johanna ha invece redatto una carta dei vini ampia, ma soprattutto di gran personalità e carattere, scritta bene, ricca di produttori artigianali interamente votati al territorio. Le scelte sono coerenti, brillanti, con tanti produttori poco noti: i francesi apprezzano eccome.

La Carta dei vini dell’Anno se l’è aggiudicata TentaziOni a Bordeaux

Il Premio Guardiano della Tradizione è stato assegnato a Da Emma, a Montreal, in Quèbec. A meritarselo è l’energica Emma Risi, che nel 1992 si trasferì qui con il marito Lorenzo Aureli, senza dimenticare il suo accento romano e portando con sé piatti e ricette che non sono mai cambiati. La sua è una cucina di gesti e consuetudine: semplice, autentica e saporita. Come raramente si trova in Nord America. Da non perdere, la pasta e fagioli, le polpette al sugo rigorosamente di vitella, l’abbacchio al forno o una cacio e pepe.


Tre Forchette

  • 8 e ½ Bombana, Hong Kong
  • Acquarello, Monaco di Baviera
  • Acquerello, San Francisco
  • Aromi, Praga
  • Braci, Singapore
  • Buona Terra, Singapore
  • Cioppino’s, Vancouver
  • Da Vittorio, Shanghai
  • Dono Alfonso 1890, Toronto
  • Fiola, Washington
  • Il Ristorante Luca Fantin, Tokyo
  • Il Ristorante Niko Romito, Dubai
  • Lumi, Sydney
  • Mancini, Stoccolma
  • Mosconi, Bruxelles
  • Pastamara, Vienna
  • Senza Nome, Bruxelles
  • Terra, Copenaghen

Tre Gamberi

  • Angelini Osteria, Los Angeles
  • Belotti – Ristoranti e Bottega, Oakland
  • Dilia, Parigi
  • Fico, Hobart
  • Gianni, Bangkok
  • Icaro, Tokyo
  • Passerini, Parigi
  • Pausa, San Mateo
  • Pianeta Terra, Amsterdam
  • Ruvida, Lisbona
  • TentaziOni, Bordeaux
  • Tipo 00, Melbourne
  • Torno Subito, Dubai

Tre Spicchi

  • ‘O Munaciello, Miami
  • 50 Kalò di Ciro Salvo, Londra
  • Al Taglio, Sydney
  • Bijou, Parigi
  • Bottega, Pechino
  • Futura, Berlino
  • Leggera Pizza Napoletana, San Paolo
  • Luigia, Ginevra/Dubai
  • Montesacro Pinseria, San Francisco
  • Napoli Sta Ca’, Tokyo
  • nNea Pizza, Amsterdam
  • Ribalta, New York
  • Song’ e Napule, New York
  • Spacca Napoli, Chicago
  • The Pizza Bar on 38th, Tokyo

Tre Bottiglie

  • 1889 Enoteca, Brisbane
  • A 16, San Francisco
  • Ai Fiori, New York
  • AltoVino, San Francisco
  • Casa d’Angelo, Miami
  • Enoteca Italiana, Bangkok
  • Gallo Nero, Amburgo
  • Garibaldi, Singapore
  • Giando, Hong Kong
  • L’Avventura, Stoccolma
  • L’Enoteca di Mr. Brunello, Copenaghen
  • Marea, New York
  • Manifesto, Dublino
  • Osteria del Becco, Città del Messico
  • Piccola Enoteca, Zhubei City
  • SaittaVini, Dusseldorf
  • Sistina, New York
  • Terroni Bar Centrale, Toronto
  • Trattoria Popolare, Oslo

Elisabetta Canoro