La collezione prêt-à-porter autunno- inverno 2022-2023 simboleggia raffinatezza, proprio come il nuovo spazio in via della Spiga 26, a Milano. Jeremy Scott esplora l’eredità di Franco Moschino attraverso l’estetica affascinante degli archivi.
Stagione dopo stagione, Jeremy Scott disegna le collezioni di Moschino come territori ironici nei quali la dimensione spazio-temporale appare sospesa.
Traendo sempre ispirazione dagli archivi della Maison, e in particolare quando Franco Moschino nel 1989 e nel 1990 introdusse spille e posate e manopole di rubinetti come elementi del suo prêt-à-porter. Il direttore creativo li trasforma i simboli forti della Maison in cui il sottile equilibrio tra piacere e spazio creano una sorta di immaginaria casa Moschino.
La palette cromatica della collezione autunno inverno 2022-2023 sfoggia tonalità bianco e nere, nuances blu e rosse tanto care a Franco Moschino, esaltate soprattutto dai ricami e dai decorazioni dorate.
Sui capi si alternano gli emblemi della Maison. Torna alla ribalta l’irresistibile giacca-abito da smoking esaltata da manici cimelio come bottoni, così come i ritagli di chiave prendono forma su giacche blazer aderenti e scolpite, mentre versioni di comò in stile Luigi XVI sono trasformati in cappotti, giacche squadrate e gonne. Una creazione audace che si addice alla sinuosità di una arpa che la ritroviamo nei revers, di un giubbino dal collo rialzato. “Se qualcuno fosse oggi incaricato di creare il clone di un grande maniero, ci sarebbero ancora cornici barocche, maestosi armadi, orologi a pendolo e lampadari di cristalli come elementi ornamentali a simboleggiare la ricchezza di un abbiente dimora?” confida il Direttore Creativo.
Codice intramontabile gli abiti trompe l’oeil con effetto drappeggio di sontuose tende in velluto, dove si riscontra una tecnica sartoriale che coniuga eleganza e carattere.
In omaggio alle argenterie di casa Moschino, mutano in sontuosi spunti dove un sofà in velluto diventa un abito senza spalline così come una clutch. L’imponenza di un orologio si trasforma in un abito a colonna, mentre un vassoio d’argento muta in bustino.
Rievocando il desiderio collettivo o personale di un mondo che può essere o al limite dell’insolito di un movie kubrickiano, ci porta ad una nuova consapevolezza di sé, un gioco di trasformazione nato da una sensibilità artistica che unisce, come per incanto, ricordi e futuro.
La stessa che ritroviamo nei 3.000 metri quadrati dedicati al retail dell’edificio settecentesco, della nuova boutique che si estende su una superficie di circa 600 metri quadrati suddivisi su tre livelli, tra via della Spiga e via Senato, nel quadrilatero milanese.
Uno spazio che rispecchia anche i grandi cambiamenti che la Maison sta compiendo da mesi, guardando al futuro con fiducia e con quello spirito innovatore e lifestyle, che ha sempre contraddistinto il fondatore della Maison. Infatti la nuova boutique punta a realizzare un luogo d’incontro all’insegna della contaminazione tra moda, design, cultura, food e business, in una via storicamente simbolo di eleganza internazionale.
di Alberto Corrado