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Wes Gordon immagina per la Maison Carolina Herrera una donna che mescola daywear ed eveningwear con disinvoltura.

Wes Gordon, direttore creativo di Carolina Herrera, ha portato il Plaza hotel al Whitney Museum, presentando una collezione riassuntiva dei suoi cinque anni trascorsi nella Maison.

Un traguardo importante, dato che il giro delle poltrone negli uffici creativi sta diventando un continuo susseguirsi di colpi di scena di uscite ed entrate, come si può leggere sulle pagine di questi giorni con la conclusione dell’incarico di Sarah Burton da Alexander McQueen.

Lo show si è aperto con un pezzo iconico che ha fatto storia nella Maison tale di essere definito “Lady of the sleeves” – “nostra signora delle maniche”: la camicia bianca.

Il resto della collezione è stato progettato secondo i codici estetici di una donna forte e cosmopolita, ma che non desidera mai dimenticare la classe e lo stile: dal mini-dress giallo al crop di pizzo lilla abbinato ad una gonna con diversi centimetri di vita nuda tra loro, fino alla tunica di seta nera, senza spalline.

Molte cose sono cambiate da quando Carolina e Oscar vestivano quel pubblico high- society di Park Avenue, infatti proprio su questa collezione, Wes Gordon punta a usare il cotone per molti capi che un tempo avrebbero potuto essere realizzati con materiali di gran pregio, mescolandoli tra abbigliamento sportivo e capi da sera.

Ad esempio l’ultimo look visto in passarella, è una versione nera della camicia bianca aperta, abbinata ad una gonna a tubino con paillettes d’argento.

Ancora il designer ha dato prova di privilegiare  gli anni ’90 portando in passarella i blazer di seta allungati sopra le sottovesti e gli Hot Pants in una maglia floreale color lavanda, con cardigan abbinato, con effetto sexiness raffinato e malizioso.

La tendenza della trasparenza, che si è riscontrata in quasi tutte le collezioni che hanno sfilato fino ad ora,  era riportata con una scintillante gonna a tubino in pizzo ricamato nero coordinata con slip neri, con un twin set lilla abbinato a scarpe basse ton sur tone.

Un altro suo gioco creativo è stato quello di de-enfatizzare gli abiti lunghi che toccano il pavimento a favore di opzioni meno cerimoniose: da un abito da ballo in tulle micro a pieghe a righe nere e lavanda che si apriva a ventaglio ad abiti bustier con tulle a micro pieghe, fino a gonne a gabbia che assomigliano ad un vertugado.

 

Di Alberto Corrado