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Alberta Ferretti disegna una collezione comprensibile e chiara mettendo assieme linee, intagli e nastri. La moda a disposizione della donna.

«Disegnare è come portare a spasso una linea»

Paul Klee

 

Ieri anche la pioggia ha smesso di cadere, quando si è alzato il sipario magico della sfilata primavera-estate 2024 di Alberta Ferretti, come se Giove dall’alto del suo Olimpo fosse stato placato dalla moglie Giunone, protettrice della famiglia e dei legami.

Possiamo dire che in tutti questi anni lo stile di Alberta Ferretti eseguito nella consapevolezza di vestire le donne, creato all’interno della grande famiglia Aeffe, attraverso donne e uomini artigiani, ha trasformato una sua passione in una dei brand più amati in tutto il mondo.

Il suo nome è sinonimo di romanticismo delicato, dove ogni donna si sente comoda nel proprio corpo, che si trasforma in una dea protettrice dei suoi affetti, come si è potuto ammirare nel corpetto asimmetrico increspato da un lato e leggermente drappeggiato dall’altro, omaggio alla purezza greca e poi romana.

Un linguaggio chiaro che si trasforma con i tocchi di contemporaneità attraverso una visione di leggerezza fatta di dettagli, come gli anelli in metallo, su un abito rosso ammirato dai buyer, o come nella grossa catena di metallo, sul modello rosa cipria, applauditissimo dal parterre del front-row.

La leggerezza tratto distintivo del suo stile di vita si è tradotta non solo nella sera, dove Alberta Ferretti è regina incontrastata dello star system di tutti i red carpet, ma anche nel daywear in una serie di camicie e pantaloni in cotone, esaltati dal ritmo di righe decise su sfondi azzurri.

La stessa atmosfera è stata mantenuta nella silhouette fluida e verticale, tra un alternarsi di corto e lungo, dove le tasche, poggiate sui fianchi come baschine o cinture, erano un elemento decorativo funzionale.

Questo piglio morbidamente maschile ha ceduto il passo ad una serie di look su misura, dal taglio stretto, e alcune minigonne, che denotano la non staticità del pensiero della stilista verso le donne, che sono sempre più consapevoli cosa indossare.

E la donna è sempre quella decide, anche optando in una variazione di abiti dalla femminilità soft per la sera, dove danzano nastri di seta che si intrecciano sul corpo in un disegno di puro ritmo, che prosegue sulle borse e sulle scarpe dalle zeppe a cuneo.

In questo percorso di leggerezza si manifestano le stampe floreali che aggiungono un’allure pittorica, che amalgama la georgette con la popeline, la tela di lino con la seta. Tutti materiali naturali esaltati dalla palette di toni caldi e neutri, punteggiati da note di corallo e amarena.

Le linee nate dall’immaginazione di Alberta Ferretti non sono schizzi, ma opere referenziali, cariche di una potenzialità inventiva unica che attraverso una matita, scelta dei colori, determinano forme non come prelievo della realtà. Un linguaggio visivo poetico e tratti fiabesco, come necessità espressiva liberatoria di variabili espressive della femminilità.

Di Alberto Corrado