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Kim Jones per la Maison Fendi ci trasporta in una passeggiata fatta di suggestioni alla ricerca di una formula inedita di rilassatezza.

L’atmosfera che si respirava oggi da Fendi, per il suo show era  la spensieratezza romana, pensata e creata da Kim Jones, direttore creativo della Maison, per riportare le sensazioni delle sue passeggiate solitarie tra le strade della città Eterna.

Un racconto appassionante che ha preso vita attraverso una collezione agile ed elegante di alto valore sartoriale, che ha rievocato quei codici della storia di Fendi che lo stesso suo predecessore Karl Lagerfeld aveva portato ai fasti ad ogni sua creazione, portata in passarella.

In questa collezione per la prossima estate Kim Jones ha immaginato una fantasia di donne vestite Fendi, che escono di casa per andare al lavoro, che le porta ad incontrare prima ad arrivare a destinazione. ad immergersi in quella Roma di Sisto IV.

Un pontefice che seppe dare alla riorganizzazione sociale ed economica dello Stato Pontificio, culminante con un radicale ridisegno in chiave moderna di tutta la struttura urbana.

Questa sua volontà innovatrice ha rapito il designer britannico che si è posto come imprescindibile punto di partenza nel rimodellare tre borse Fendi, come se fossero dei monumenti quasi michelangioleschi alti più di 6 piedi disposti lungo la passarella, creando una scenografia titanica.

Questa collezione è stata progettata in modo accurato tale da generare un impatto visivo molto forte, soprattutto per i dettagli e la sua vestibilità, quasi daywear, canone distintivo di Kim Jones fin dal suo esordio in Fendi.

La sartoria maschile rubata di un guardaroba minimalista è stata privata di tutte le chiusure e accessori visibili, quindi tagliata con le maniche progettate per essere risvoltate.

Le camicette di maglieria, cardigan, gonne e abiti erano architettonicamente intrecciati sul corpo, creando delle nuove forme sorprendenti, escludendo a priori elementi convenzionali altrettanto classici.

Le maglie a coste sono state ampliate in una sorta di velluto shearling jumbo-jumbo, delicatamente fioccato, che è stato anche utilizzato nei cappotti, gonne con spacchi e nella sezione di camicie oversize.

Gli abiti in seta sono stati stampati per fondere in modo delicato il logo della doppia F nella stampa serpente, mentre gli abiti realizzati con griglie e borchie in silicone lucido incollato a caldo sul jersey avevano una forma solida, che entrava in contrasto nel movimento del drappeggio.

Una stampa puzzle degli anni’90 della doppia F è stata riportata alla luce dall’archivio per ribrillare in pannelli astratti di nappa incollati su cappotti e abiti.

Un altro tessuto utilizzato iconico dell’estate, il lino è stato lavorato come una carta dalla finitura lucida che si è tramutata in un abito tagliato nello stesso color giallo canarino che caratterizzava la collezione spring del ‘99 di Karl Lagerfeld.

Per contrastare le proporzioni monumentali delle borse della scenografia in passarella vi erano le varianti più piccole tra cui La Baguette, la Peekaboo, l’Origami e la First, insieme a nuova pochette che incontra la shopping chiamata Flip.

Le minuscole impunture della Selleria, vanto della Maison in tutto il mondo, si riflettono nei gioielli di Delfina Delettrez Fendi, mentre i significati dell’Heritage li ritroviamo nel ritmo rilassato delle modelle che camminavano sulle note di un mash-up preferito da Kim Jones tra Max Richter e Dinah Washington.

In front row un parterre des reines Demi Moore, Naomi Campbell, Naomi Watts, Christina Ricci, Linda Evangelista, Kate Moss, Amber Valletta, insieme ad uno stuolo di attrici e celebrities.

Di Alberto Corrado