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Giorgio Armani fa sfilare una collezione che vibra dei colori dell’estate che diventano visibili attraverso intere superfici e intrecci di tessuto, per creare una femminilità elegante e al tempo stesso briosa.

La cosa strana ogni volta che sfila Giorgio Armani, che da lassù qualcuno ordina ai nembi e al cielo di aprirsi per farsi terso ed esprimere la tranquillità, quella stessa che ritroviamo quando si varca il Teatro Armani o al “teatrino” di via Borgonuovo.

Dopo tre giorni di alternanza di pioggia e vento gelido, la settimana milanese dedicata alla moda si è conclusa in una domenica piena di sole, dove Re Giorgio ha presentato la sua collezione primavera estate 2024 su uno sfondo proiettato di onde di colore nebulose e diffuse.

Colori, sensazioni e sentimenti vibrano e diventano visibili dalle acconciature a onde in stile anni’20 ai vari look spesso decorati da onde, mostrati in cinque fasi diverse della collezione, e ciascuna punteggiata da un sottile cambiamento di luce che illuminava i movimenti ondulatori e intrecci increspati.

La prima sezione si concentrava su un gioco di tessuti metallici che toccavano note di bronzo e argento, alla seta che si accendeva nei verdi e nei viola preziosi, per arrivare al bianco prezioso della sera.

Nella seconda sezione è entrato come protagonista il colore blu che si è potuto ammirare nella sua magnificenza in un abito senza spalline con rettangoli blu intrecciati su un tubino in maglia più scuro.

La gamma cromatica dei blu ha ceduto il passo al verde marino per accogliere una giacca kimono con bottoni ondulati, un pantalone e un gilet in seta, una gonna spumeggiante di pannelli trasparenti che rompevano su un fianco come un’onda su una costiera.

Il guardaroba fluido, e prezioso diventa un prisma nero dove si rifrange e muta la luce dei riflettori del set, che catturano il riflesso setoso e quasi liquido, per abiti da sera che rientrano nei codici di quella visione di Giorgio Armani che tutto muta e si rivela soltanto con l’incedere della notte per lasciare il posto all’aurora.

Essa costituisce la fase del crepuscolo e l’apparizione della luce dorata e talvolta rosea , proprio come nel finale dello show dove sono apparse le giacche senza colletto e lunghe gonne a tulipano, tempestate di decorazioni art déco che ricordavano  i colori delle nuvole al mattino, o nell’espressione di uno stile di abbigliamento minimalista, composto da una tunica con inserti di cristallo semitrasparente sul corpo, che sembrava concepito per una nuova seguace di Isadora Duncan, una delle donne d’avanguardia della società artistica europea e americana dei primi del Novecento.

In questo personalissimo eden di Giorgio Armani le vibrazioni e le sensazioni regolano i codici degli accessori: dalle cinture composte da due o tre strisce di pelle, tagliate per curvarsi l’uno contro l’altra o una accanto all’altra, alle borse a tracolla, dagli stivali ai sandali dalla suola piatta, fino ai bracciali ondulati indossati a metà dell’avambraccio o moltiplicati fino ad un numero di dieci solo su un braccio.

Una visione coerente di una femminilità elegante e senza tempo, ma nello stesso tempo, che rivela le vibrazioni dalle quali tutto nasce.

 

Di Alberto Corrado