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Philippe Lechermeier debutta con il suo primo romanzo per svelarci tutto il bello di un suono di un violino e accompagnarci verso una porta di un regno perduto.

Philippe Lechermeier è tra gli autori più apprezzati dai ragazzi.

I suoi lavori in collaborazione con Rebecca Dautremer, illustratrice francese, sono diventati un fenomeno di culto per quella visione tinta di poesia e di mistero.

Sicuramente il suo debutto con il romanzo Maldoror – I ragazzi della Leggenda, primo volume di una trilogia, edito da L’Ippocampo, è un omaggio alla rivolta adolescenziale e la vittoria dell’immaginario sul reale.

Il nome stesso del romanzo Maldoror è soggetto ad interpretazione si può leggere “mal d’aurora” ovviamente pronunciandolo alla francese, o “mal” “dolor”, dolore in spagnolo, che fa riferimento alla profonda malvagità del Grande Cofto.

Philippe Lechermeier

I protagonisti di questo romanzo sono cinque ragazzi, riuniti per la passione per la musica e dal forte legame di amicizia che sarà cementato dalle mille peripezie, che dovranno affrontare alla ricerca di un regno perduto.

E in questo viaggio meraviglioso, per quanto immaginario, segue un percorso di crescita verso cui tutti i bambini, poi ragazzi approdano, ma sempre meglio arricchirlo con un pizzico di fantasia.

Un primo personaggio che apre il libro è Anja, una giovane ragazza proveniente da una famiglia della intellighenzia viennese, con un talento eccezionale per il violino, al contrario vi è un secondo personaggio che entra in scena dopo di lei, quello di Pjotr. Un ragazzo povero e maltrattato che vive per strada, dopo essere scappato dall’Orco per andare a trovare fortuna a Kiev e recuperare alcune erbe come l’artemisia, l’angelica, l’erba di San Giovanni, e la Mandragola per la sua povera nonna ammalata.

Ph. Credits Iain-Cridland
Ph. Credits Shahin-Khalaji

Spettacolare pagina dopo pagina sono le descrizioni degli ambienti dove i personaggi vivono e affrontano le varie avventure: dalla grandiosa statua del celebre Conte Bohdan Chmel’nyc’kyj nella centrale piazza davanti al comune a Kiev al carrozzone di Pepina e Cavolo, fino al grande treno del Grande Cofto.

È stato divertente leggere e sfogliare le pagine insieme a loro, seguendo con la fantasia i percorsi tortuosi dei protagonisti e pensare le loro espressioni facciali, che passano dalla paura all’autentica meraviglia.

Del resto la suggestione delle notti come tempo sospeso dove tutto può accadere, dove cadono le regole del giorno e un nuovo mondo si squaderna ai nostri occhi, è un topos ricorrente non solo nella letteratura per ragazzi, ma che, quando ai più grandi ci si rivolge, ha presa sicura.

Conte Bohdan Chmel’nyc’kyj- Kiev - Ph. Credits Sheraz-Shaikh

E in questo, se vogliamo, Philippe Lechermeier, nato a Strasburgo dove tutt’ora vive, dimostra di aver capito e assimilato benissimo la lezione dei maestri della letteratura fantasy.

Magistrali sono le ripetizioni di segni misteriosi all’interno di alcuni paragrafi, che danno sicuramente ritmo e magia alla storia, facendoci immaginare cosa potrebbe accadere voltando la pagina, con i continui cambiamenti di espressione dei protagonisti, da assolutamente svegli, con gli occhi attenti a non farsi prendere, a quasi addormentati e sognanti mentre si perdono nei ricordi e pensieri prima di addormentarsi.

Anche gli adulti più refrattari al fantasy, a questo punto, non potranno che seguire Anja e Pjotr nel mondo dei sogni.

Di Alberto Corrado