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Il premiato poeta Seán Hewitt e l’illustre artista Luke Edward Hall hanno raccolto una grande quantità di storie d’amore queer di epoche greca e latina in una antologia intitolata “300. 000 baci”, edita da L’Ippocampo.

“τοῖσι δὲ Πηλεΐδης ἁδινοῦ ἐξῆρχε γόοιο
χεῖρας ἐπ’ ἀνδροφόνους θέμενος στήθεσσιν ἑταίρου
πυκνὰ μάλα στενάχων ὥς τε λὶς ἠϋγένειος,
ᾧ ῥά θ’ ὑπὸ σκύμνους ἐλαφηβόλος ἁρπάσῃ ἀνὴρ
ὕλης ἐκ πυκινῆς· ὃ δέ τ’ ἄχνυται ὕστερος ἐλθών”

«e Achille tra loro diede inizio al compianto,
mettendo le mani sterminatrici sul petto del suo compagno,
e gemendo sempre, come un leone dalla bella criniera
al quale un cacciatore ha rapito i cuccioli
nella selva fitta, e lui si angoscia d’esser giunto tardi»

(Iliade XVIII, 316-319, traduzione di Guido Paduano)

Ma chi l’ha detto che i racconti queer sono solo scritti da autori contemporanei, e catalogati in siti di settore? In realtà i racconti queer erano già stati scritti in epoca greca e romana, dove elementi come bellezza, amicizia e desiderio appaiono irriducibili alla mentalità progressista del nostro tempo.

Uno straordinario patrimonio storico che Seán Hewitt, poeta e critico letterario inglese & Luke Edward Hall, artista, designer, autore e editorialista britannico, hanno desiderato riportare alla luce, con “300.000 baci- Racconti d’amore queer dal mondo antico” edito da L’Ippocampo, mettendo in evidenza il valore di quella schiettezza esuberante dell’antichità greco- romana, che rende ancora più ridicola la tristezza del nostro comune vedere, persino oggi.

Seán Hewitt

Un bell’esempio di testi che mostra una visione del passato e delle parole usate in piena libertà per definire alcune identità che chiamiamo gay, bisessuale, queer, trans, termini e concetti che fanno parte della nostra cultura contemporanea nel costruire collegamenti, mentre nella visione antica vi sono solo ragazzi in ragazze e viceversa, e un interesse per l’androgino o l’ermafrodito, e un’attenzione a come alcuni desideri e identità sessuali venivano accettate.

Luke Edward Hall

Un libro che presenta nuove versioni di testi riguardanti quelli che oggi chiamiamo personaggi di genere non conforme e donne queer attraverso la lente della satira, del dibattito, che travalica gli abissi del tempo tanto reale quanto immaginario, e ci spinge ad interrogarci su quello che viene approvato e censurato oggi.

Una raccolta che da voce a testimonianze che a lungo sono state considerate solo passi da cancellare o da non leggere nei corsi di studio, e che invece rappresentano le diverse idee di cultura sessuale che coesistono in ogni società. Ciascuna con la sua classe, genere e tendenza. Ciascuna con la sua gerarchia di valore, di contraddizioni e imperfezioni.

L’amore omoerotico in queste pagine ci commuove portando in connessione il lettore e il testo in momenti di struggente vicinanza, come di distanza sconcertante, soprattutto su alcuni passi che qui non sono stati censurati, come in alcune edizioni moderne.

Un rinsaldare i fili con la storia e con l’appartenenza ad un mondo lontanissimo dal nostro, ma intriso di aspetti queer fin nelle sue recondite pieghe.

Achille piange disperato sul corpo morto di Patroclo (dipinto di Nikolaj Ge)

A questo grande giacimento del sapere spero che le nuove generazioni, ancora perdute nella ricerca di una identità sociale, possono attingere per cercare nel passato le chiavi del loro futuro.

Lo aveva capito lo stesso Seán Hewitt, da adolescente, che lesse per la prima volta “De Profundis” di Oscar Wilde o fece la ricerca sulle eroine e eroi queer della cultura greca, dove riconobbe la sua immagine nel mondo, e del suo posto in esso, cambiando per sempre la sua posizione isolata, in quella comune.

Particolare di Zeus accanto a Ganimede (1878), di Christian Griepenkerl

I libri sono sempre un tesoro prezioso di cui ognuno seguendo le tracce, entra a far parte di quella storia segreta, per incontrare quella luce, che molto spesso è oscurata dal puritanesimo.

Una legge per la memoria” come la definiva Oscar Wilde, che se oggi fosse tra noi, si batterebbe ancora una volta per quella varietà dell’umano e del divino, che risiede in ognuno di noi.

Di Alberto Corrado