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Kader Abdolah ha deciso con “Le Mille e una notte” edito di Iperborea di riportare la favola più famosa al mondo, riavvolgendo le fila di due civiltà e di due mondi, l’uno che gli sta nel sangue, l’altro che lo proietta in un futuro, dapprima estraneo e poi comprensibile.

 

“Non esiste un inizio o una fine dei racconti delle Mille e una notte.

Ogni pagina può essere letta come la prima o l’ultima”.

Kader Abdolah

Quando nel 2000 “Scrittura cuneiforme”, in Italia edito da Iperborea, Kader Abdolah, pseudonimo di Hossein Sadjadi Ghaemmaghami Farahani, ha quarantasei anni, vive nei Paesi Bassi con lo status di rifugiato politico, ha pubblicato già “Il viaggio delle bottiglie vuote” nel 1997, storia di un profugo iraniano sospeso fra un passato che riaffiora nella memoria, una rubrica nel giornale de Volkskrant scegliendo di firmare gli articoli con il nome Mirza, che significa cronista e anche il nome di suo padre morto.

La scrittura cuneiforme”, storia di un esule politico rifugiato in Olanda, riceve numerosi plausi, tale da indurlo a scrivere il suo terzo romanzo “La casa della moschea” sempre edito da Iperborea, sul passaggio radicale che porterà allo sconvolgimento dell’armonia e dei valori secolari dell’Iran, a cavaliere tra la caduta del regime dello scià Reza Pahlavi con la nascente Repubblica islamica dell’Iran, ottenendo in Italia il Premio Grinzane Cavour, nel 2009.

Hossein Sadjadi Ghaemmaghami Farahani nasce ad Arak nel 1954, primo di sei figli, e cresce in una regione di stretta osservanza islamica. Fin da piccolo sogna di diventare scrittore, per questo all’età di 12 anni si dà allo studio della letteratura occidentale, che fa sorgere in lui l’interesse culturale per l’Occidente, di cui ascolta in modo clandestino le stazioni radio.

Hossein Sadjadi Ghaemmaghami Farahani ha talento per la scrittura, si emancipa va a Teheran, dove tra studi universitari e un posto di direttore di una fabbrica di imballaggi, scrive numerosi testi in lingua persiana adottando come pseudonimo i nomi di due esponenti dell’opposizione, Kader e Abdolah, assassinati dal regime iraniano degli ayatollah. Le autorità scoprono in lui un membro attivo dell’opposizione, che lo costringe ad abbandonare il suo paese, insieme alla moglie, per trasferirsi in Turchia, per poi rifugiarsi nei Paesi Bassi.

Credits Hasan Almasi

Ora esce per Iperborea “Le Mille e una notte”. Basta leggere i racconti che riuniscono la favola più famosa del mondo, che ha sedotto lettori di tutto il mondo, per sentire il posto di questo scrittore che è diventato uno dei massimi esponenti di quella scrittura libera, che coniuga la tradizione letteraria tra Oriente e Occidente.

Sono dieci capitoli di racconti interconnessi, pieni di rimandi e saliscendi che emanano purezza primigenia, nonostante siano pieni di sensualità e di violenza emotiva. Ogni racconto, per Kader Abdolah, deve essere perfettamente definito nel piacere di raccontare dove i protagonisti sono la parola e l’immaginazione con il loro potere di salvarci, e di fermare il tempo per più di mille e una notte.

Credits Hasan Almasi
Credits Hasan Almasi

La scrittura segue il testo antico, ma riscritto in una versione moderna, che conserva tutta l’atmosfera fiabesca e quei caratteri descrittivi, rivelatorii, che avanzano notte per notte con la voce della bella Shehrazade, che per aver salva la vita, ammalia il sultano sanguinario con un fiume di racconti nei racconti.

Come “la storia della cassa” dove il califfo Harun al- Rashid è solito andare in giro per Bagdad nella notte con il suo nuovo visir per vedere come stanno gli abitanti della città. Una sera incontrano un pescatore che si lamenta, e scoprono che non ha catturato nessun pesce e cosi che il califfo gli promette di comprare a caro prezzo qualunque cosa avesse pescato.

Vanno al fiume, il pescatore getta la rete e sfortunatamente tira su una cassa e intasca la sua ricompensa e se ne va.

Harun al- Rashid fa aprire la cassa al suo schiavo personale e scopre che contiene il cadavere di una giovane donna.

Allora dà il visir tre giorni di tempo per trovare chi ha commesso il delitto.

Credits Hasan Almasi

Kader Abdolah è maestro nel mettere in scena il potere, il desiderio, l’amore e il gioco del destino, allestendo un labirinto incantato di storie di califfi e visir, principesse e schiave, mercanti e Jinn che viaggiano tra le opposte sponde di piccole infelicità. Un gomitolo di solitudini, che mette in tensione presenza e assenza, coinvolgimento e distanza e naturalmente, le ferite di ogni esule.

Credits Hasan Almasi

Ogni capitolo ha brevi note per raccontare ciò che sta dietro le quinte, ovvero le complesse origini dell’opera e della sua protagonista, ma anche le modifiche che il testo ha subito attraverso i secoli e le culture, i personaggi storici che nasconde, e soprattutto il ruolo delle figure femminili in un mondo violentemente patriarcale.

Salam

Di Alberto Corrado