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Torna in pubblicazione, grazie alla lungimiranza di Graphe.it, il romanzo “Una volta sola nella vita” di Tom Hanlin. Una trama semplice dalla scrittura asciutta nella quale ogni vocabolo pesa di molti significati.

“Ti sposerai quando sarai grande ?

Soltanto se sei tu, Jenny !

Soltanto se sei tu, Frank ! “

Una volta sola nella vita – Tom Hanlin

Molti autori letterari chiamano “momenti di essere”, alludendo a quegli attimi in tutto accade senza che nulla, in apparenza, accada: un taglio di luce, il fischio di un uccello, lo scroscio della pioggia, una lettera non letta, un ricordo improvviso.

Ed ecco, in un solo istante delinearsi l’epifania dell’eterno.

L’unico uomo, e giornalista, che avrebbe inteso il senso profondo di tale intuizione era un giovane scozzese, che abbandonò gli studi per il lavoro prima in una fattoria e poi in miniera, dove rimase per i successivi venti anni, e si faceva chiamare Tom Hanlin. Al lavoro in miniera affiancò lo studio in una scuola di giornalismo in Glaslow.

E infatti, a seguito di un incidente in miniera nel 1945 trascorse tre mesi a riposo e cominciò, superate le iniziali e comprensibili diffidenze, a scrivere storie che ebbero successo, portando così a compimento il suo sogno di bambino.

Morì per problemi cardiaci e respiratori dovuti agli anni trascorsi in miniera, ma riuscì a scrivere oltre trenta racconti, diversi romanzi, saggi e radiodrammi.

@florencia-viadana
@craig-whitehead

Ora, grazie alle cure appassionate di Giorgio Manganelli, scrittore e saggista e collaboratore di importanti quotidiani, tra cui Il Corriere della sera, L’Espresso e il Mondo, e da Graphe.it editore illuminato, possiamo ripercorrere passo dopo passo l’evolversi del laboratorio di scrittura in cui Tom Hanlin elaborò “Una volta sola nella vita”, suo romanzo più noto.

Un’opera narrativa, in cui lo scrittore scozzese elogia l’estasi della solitudine, perché mentre la vita insieme alle persone amate si sfoca, quando invece si è soli, diventa incredibilmente preziosa nel riconoscere gli errori che si commettono, comprendendo il dettaglio della vita, ovvero la vita della vita.

Proprio da li prenderà linfa una scrittura lunare, emotiva, che sgorga a grappolo e di cui nelle pieghe dei personaggi viene riconosciuta quella insoddisfazione di un futuro incerto.

Giorgio Manganelli

Una prosa poetica, che non ha bisogno di trame arzigogolate o personaggi assoluti, ma che all’apparenza semplice ci porta a riflettere, in un modo, oggi totalmente dimenticato, sulla scoperta di sé come individuo in una collettività e sul sentimento di amore fragile, tramite questo processo.

Uno straordinario connubio che insegna all’anima di chi legge, riconoscere l’eternità tumultuosa dell’amare, anche nella solitudine delle cose perdute, nella irrefrenabile voracità del tempo.

Poco importa, forse potrebbe scrivere Tom Hanlin in modo asciutto nella quale ogni vocabolo pesa di molti significati. E il suo tenero e caloroso romanzo, esposto oggi nei book store accanto alle imprese di turpi serial killer e autobiografie romanzate, assume a sorpresa l’attrattiva di un mondo talmente desueto da farlo apparire inedito.

Di Alberto Corrado