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di Marialuisa Iannuzzi

Cielo terso blu-Puglia, luce densa, un vento fresco che porta dentro di sé il canto delle cicale e, da lontano, il profumo del mare. Siamo a circa 15 km dal borgo marinaro di Monopoli, immersi nell’alta campagna barese, sospesa tra file di viti e olivi secolari: il Nina Trulli Resort è una visione bianca di calma, di un tempo lento, una spontanea architettura di benessere.

Prima monastero, questa piccola masseria del 1730 si compone di 11 trulli, che oggi si prestano a confortevoli dimore, ciascuna dotata di una propria fisionomia. Sono lì e contornano la piazzetta centrale dell’antico borgo dove sorge la vecchia cappella e dove, con piacere, ci si ferma a sorseggiare un buon vino o a conversare fino a notte fonda: regna l’aria di un villaggio in festa. Poco oltre, il rigoglio della campagna mediterranea – grappoli di primitivo e baresana, i rami carichi degli alberi da frutto e, ancora più in là, l’orto, suggeritore del giusto ritmo da adottare al Nina: lasciare che la bellezza accada senza mai affrettarsi.

Perché rischieremmo di perderci le felici sfumature di un tramonto dall’alto dei tetti o a bordo piscina, la godibilità di un lusso Semplice, di un’eleganza rurale senza orpelli, come abbandonarsi al riposo in un trullo, per esempio, e dimenticare, a contatto di tutta la freschezza della pietra, persino la più torrida delle canicole.

C’è una dolcezza innata in ogni angolo, specie nella genuina ospitalità che i proprietari sposano quotidianamente: accogliere, infatti, vuol dire esserci e Sergio e Daniela non si  privano mai della gioia di far sentire sinceramente benvenuti i loro ospiti. Entrambi viaggiatori incalliti, proprio nel corso dei loro viaggi, hanno siglato una black list di tutto ciò che mai avrebbero desiderato ripetersi ai loro ospiti, come innamorarsi di un vino a cena e non ritrovarlo la sera successiva.

Vivere il Nina Trulli Resort vuol dire vivere anche Orto, il ristorante: una cucina a immagine e somiglianza della terra, sincronizzata ai cicli naturali delle stagioni e interamente ancorata al territorio. Una brigata giovane quella guidata da Angela D’Errico e coordinata dalla chef Cinzia Mancini del ristorante Bottega Culinaria (San Vito Chietino) che porta nel progetto di Orto sperimentazione e sensibilità. Ovunque, un minimo comune denominatore: vivere la perfezione come un sentiero sul quale crescere e migliorarsi quotidianamente per entrare in piena sintonia con l’ospite. Quel quid in più: Orto offre la possibilità di prenotare una cena private che prevede un percorso degustazione direttamente nell’orto; inoltre, per gli amanti della cucina, sono organizzati in loco corsi di cucina locale.