Miuccia Prada e Raf Simons presentano una collezione fatti di gesti della realtà attraverso una sequenza di riflessioni, rifrazioni e osservazioni, verso un minimalismo che diventa brutalismo.
Miuccia Prada e Raf Simons continuano ad esplorare i gesti della realtà, attraverso una sequenza di riflessioni, e osservazioni.
Uno di questi è quello, tra la sfera del non lavorato e del sensuale, creando un’emulsione di contrasti, che giocano costantemente con la dissimilitudine, e il paradosso per poi confluire nella genesi della collezione primavera estate 2023.
Prada, grazie anche alla complicità di Nicolas Winding Refn, regista sceneggiatore e produttore cinematografico, annoverato insieme a Lars von Trier e Thomas Vinterberg come uno degli autori più significativi del cinema danese, che si pone al centro dello scambio creativo tra Miuccia e Raf, realizza una nuova serie di cortometraggi, che esplorano la vita delle donne e la femminilità fluida moderna.
Un tema che da sempre affascina Prada, e che diventa un’installazione immersi-va nella l’ambientazione fisica della sfilata, realizzata con AMO.
Una sorta di sublimazione della sfera domestica animata dai gesti umani in cui tracce di vita modellano le forme dei capi, mentre altri strappi intenzionali e il disegno di linee e delle pieghe ne catturano la spontaneità, come se fossero ricordi di bellezza incastonati nel tessuto.
La sensazione del non lavorato, che non è altro la crudezza della fragilità umana, contaminano in abiti raffinati da giorno e da sera: dai cappotti eleganti che si fondono con le giacche di pelle, alla sartoria che prende in prestito strascichi di tessuto.
La spontaneità si concede nei jumpsuit che però ricordano i long Johns che fanno da base a look di soprabiti e giacche dal taglio sartoriale maschile, ma anche agli abiti see-through, dove si intravedono culotte nere o rosse.
Le giacche a sacchetto hanno stirature sbagliate, mentre gli abiti di raso mostrano gli orli cuciti male, che talvolta pendono o si rialzano.
In contrasto al perbenismo dichiarato in modo semplice, appaiono anche in show, le gonne incomplete che vorrebbero chiudersi a portafogli, invece confessano gli strappi lacerati sul davanti, così come le gonne con un tessuto base di carta, i cappotti vestaglia ricoperti da uno strato di garza.
E per rivivere l’intimità domestica la palette colori è delicata, con le tinte del pastello, e gli accessori vengono proposti in nappa antica con superficie patinate, pressate e stropicciate, per riprendere le forme archetipe delle classiche borse della Maison.
In un panopticon della vita reale, la collezione osserva e abbraccia le dicotomie impreviste, esplorando l’antitesi fra minimalismo e decorazione, fra l’occasione e il quotidiano.
di Alberto Corrado