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Una collezione attenta al momento storico e che rappresenti una idea di moda reale e odierna.

Il Deposito di Fondazione Prada diventa eco e asserzione del ruolo primario degli abiti della collezione Autunno / Inverno 2023 disegnata da Miuccia Prada e Raf Simons.

La sala della sfilata concepita da AMO è uno scenario grezzo volutamente spoglio, dove i precetti modernisti e apparentemente contrastanti di essenzialità e semplicità formano una collezione che avvolge il corpo in uno scambio tattile, proprio come l’involucro che circonda il set up che rivela la vera forma dell’edificio esterno.

Qui il valore e il significato che ancora detiene la parola moda, viene esplorata dalle sue fondamenta per arrivare a creare quella sartorialità che si fa essenziale, tralasciando ogni dettaglio superfluo.

I capi cardine sono sempre i cappotti e le giacche di un guardaroba borghese, vera ossessione di Miuccia Prada, che viene reinterpretata anche nei cardigan tutti dotati di una goletta, che simula la camicia che non c’è.

Invece la sperimentazione delle proporzioni con l’aspetto rassicurante delle forme di un bozzolo che i nostri colleghi di oltre Manica riporteranno sicuramente con la parola cocooning, coniando la nuova tendenza come cozy mood, sono tutte disegnate da Raf Simons.

Ed ecco apparire i maxi bomber, presentati in diversi colori, ma anche i bomberini alti in vita, che abbinati ai pantaloni alti alla caviglia, accentuano le forme affusolate, mentre i pullover e le canotte acquisiscono la forma bombata per richiamare quella proposta di tendenza, che deve avvolgere il corpo nudo con qualcosa di morbido e soprattutto oversize, affinché non sentiamo meno i mali del mondo che ci circonda.

Ai piedi si indossano una rivisitazione delle classiche derby, questa volta un po’ più chunky, mentre le borse mini si portano a tracolla e quelle maxi solo a mano.

Alcuni possono definirla una collezione dalla doppia voce, divisa tra i Miucciani e Raffiani, tra attitude borghese e streetwear, tra gli anni Settanta e quelli Novanta, ma quello che si è visto in pedana è un vero dialogo, anche contradditorio, ma sempre creativo ed unico che avvicenda da un estremo all’altro quella architettura sartoriale, dove le silhouette di volta in volta sono enfatizzate, amplificate o attenuate.

Una moda con un significato e un senso che da valore e tralascia l’inutile creatività, trasformando il guardaroba maschile di qualcosa di più intimo.

di Alberto Corrado