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Miuccia Prada e Raf Simons esaminano la paradossale dicotomia tra interni di un ufficio a un paesaggio naturale, per esplorare le verità fondamentali dell’umanità.

Un pavimento di vetro trasparente, come copertura per una natura che si sta risvegliando nella sua bellezza primordiale, dove anche una sorgente d’acqua preannuncia la nascita del nuovo, dopo esser passato il generale inverno.

Giacche proporzionate, pantaloni affusolati, cappotti con bottoni dorati, capispalla avvolgenti e cravatte ovunque, per rappresentare una vita regolata dal lavoro e dagli obblighi sociali.

Un’altra metafora che Prada porta in scena in maniera sovversiva svelando la dicotomia tra questi due mondi coesistenti, per esplorare le verità fondamentali dell’umanità, e i nostri istinti naturali con i bisogni emotivi.

Miuccia Prada e Raf Simons hanno accolto il pubblico invitato per la sfilata Prada Uomo Autunno/ Inverno 2024 in una scenografia creata da AMO, che contrappone gli interni di un ufficio a un paesaggio naturale sotto vetro, che sembra suggerire lo spirito con il quale porsi per entrare in sintonia con quello che conosciamo e ad un mondo fatto di stagioni climatiche, non una realtà artificiale.

Un disporsi all’ascolto delle stagioni, ad avvertire che lo spazio aperto è espressione del desiderio di uscire e di vivere il mondo, e rispondere alla sua chiamata.

 

Un coinvolgimento sensoriale e immersivo che da sempre connota la ricerca e la produzione artistica di questa Maison. Si tratta di una collezione dedicata ad un guardaroba maschile formale con accenni di maglieria che rivendica la sua versione sofisticata di bon-ton, che conferma Prada come il marchio di performance interdisciplinare che amplifica quell’eleganza classica come elogio della sua eredità, che è anche simbolo incontrastato di freschezza senza sforzo.

Anche quest’anno l’uomo Prada non può fare a meno del berretto, cercando di capire di attutire la sindrome dell’orecchio freddo, quando scende notevolmente la temperatura, con una sorta di copricapo che è un ibrido di cappello cranico e cuffia da nuoto, ma molto più stretta, in una serie di colori, che va dal verde brillante e rosso al viola, fino a una palette neutra.

Un altro elemento chiave, creato e mescolato con la geometria della lavorazione artigianale, è la cintura: da quella che si ispira in modo moderno del concho degli anni ’70, con forme come triangoli e cerchi a catena, a quelle più sottili con la fibbia d’argento, fino al suo raddoppio fatta da una sovrapposizione di una nera con una in pelle di serpente.

Tra i Prada-ismi c’erano anche le cravatte di seta nei colori semplici e sobri abbinate con tipiche camicie da lavoro con collo formale, considerato quasi estinto, qui riconsiderato da quel promemoria della devozione della moda, fatta di corsi e ricorsi.

Così la collezione Human Nature è un omaggio al potere creativo come antidoto all’annichilimento prodotto nell’umanità dalla pandemia. Nello show ci si perde e sperde, e quando si esce, a lungo emozioni ed echi rimangono insieme a noi.

Di Alberto Corrado