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Approda in Italia Amazônia, mostra immersiva nella foresta amazzonica e nell’arte visionaria del bianco e del nero del grande maestro brasiliano.

“Le immagini possono risvegliare le coscienze come una premessa necessaria all’avvio di qualche azione. Un’immagine è come un appello a fare qualcosa, non soltanto a sentirsi turbati o indignati. La foto dice: “Basta! Intervenite, agite!”.

Sebastião Salgado

La fotografia è una sezione trasversale della vita di ognuno di noi, spesso di una comunità, e quando si fotografa è come se si compie un rito di conservazione per il futuro di quel momento cruciale.

Una dei maestri della divulgazione scientifica ed economica di questa arte è il maestro Sebastião Salgado, che ci ha insegnato a capire il mondo con i suoi drammi profondi e la sua bellezza incontaminata, e come possiamo cambiare il nostro modo di agire per difenderlo.

Brasiliano, epico visionario del bianco e nero, egli è il fotografo vivente più celebrato per aver documentato per una intera vita il gigantesco affresco del mondo, in modo minuzioso e particolare. E solo adesso, che è entrato nel suo ottantesimo anno, il suo lavoro si può paragonare come la grande metamorfosi di un racconto universale, dove si riconosce e si specchia.

Giovane donna Ashaninka. Stato di Acre, Brasile, 2016. © Sebastião Salgado/Contrasto

Nato in una fattoria del Minais Gerais, lontana da tutto, assieme sette sorelle, due più giovani e cinque grandi, con un padre che sognava di fare studiare tutti i suoi figli, tanto da vendere la terra e trasferirsi più vicino ad una piccola città. Il mondo del piccolo Sebastião cambiò, quando approdo ad un villaggio più grande, come se fosse uno sbarco su un altro pianeta. Di quella esperienza, ricordo ancora oggi due cose importanti: una officina che trasformava i camion per poter trasportare i lunghi tronchi della foresta e l’odore del pane, fatto con la farina di grano.

SEBASTIAO E LEILA SALGADO. © Sebastião Salgado/Contrasto

A questo si aggiungevano anche i suoni, come quella della radio che possedeva il padre, che si ascoltava solo la domenica, per non consumare troppo le batterie, e che divulgava melodie meravigliose di un altro mondo oltre quello della fattoria nascosta nel grande stato, a sud est del Brasile.

Il giovane Sebastião sognava e desiderava scoprire questo mondo, e l’occasione fu quella di accompagnare la madre, che doveva far visita ad un parente a Belo Horizonte.

Il grande viaggio di due giorni in treno, diventano ricordi indelebili nella mente di Sebastião: dai paesaggi incredibili di sterminate campagne alle città, fatte da grandi edifici e fabbriche con grandi ciminiere, sembravano ai suoi occhi delle maestose cattedrali con i suoi fuochi sacri.

Un viaggio che suscitò grande emozione tale che una sera comunicò a tutta la famiglia che desiderava diventare un pilota d’aviazione, per cui si mise a studiare e s’ iscrisse al concorso di ammissione a Rio de Janiero. Dopo averlo conseguito, non aspetto l’esito perché sentì il richiamo della sua casa lontana e della figura materna.

Jonathan Borba

Fece alla sua fattoria scovando dentro sé stesso un pensiero che si era insediato dallo stare lontano, che il mondo deve essere scoperto lentamente, passo dopo passo, tenendo ben stretto i valori come la famiglia.  Intuì che la vita non è mai stabile, mentre i valori emozionali e le proprie radici diventano un solco indelebile.

Quella fattoria fu il punto di partenza e di arrivo di questo visionario uomo, come se fosse un cerchio magico, perché da lì era partito tutto e un bel momento e lì che è ritornato. In periodo della sua vita molto intenso dovuto al progetto sul genocidio in Ruanda, che lo aveva veramente toccato nel profondo, si convinse a tornare in Brasile.

E lì che trovò la fattoria di sempre ma in decadenza, e la sua amata foresta, che delimitava l’orizzonte era quasi sparita per mano dell’uomo, attraverso il disboscamento, per costruire quell’utopia di trasformare più velocemente il Brasile in uno Stato più moderno.

Da questa desolazione che Sebastião Salgado, grazie anche Lélia Wanick Salgado, compagna di lavoro e di vita del fotografo, ha pensato ad un progetto di riforestazione, partendo dagli alberi pionieri che servono ad arricchire il terreno e fare ombra, per poi piantare alberi che sopravvivono per cento o cinquecento anni.

Un ricreare quel ecosistema e quella catena alimentare, che stava scomparendo, grazie anche l’aiuto di tremila contadini che crearono la più grande istituzione rurale del Brasile, chiamata Instituto Terra.

Non ci sarebbe tutto questo senza Lélia, la donna che incontrò quando aveva sedici anni e che dopo sessant’anni rimane il punto fermo della sua vita privata e professionale, per la sua capacità enorme di mettere assieme le immagini, graficamente e ideologicamente, creando quella potenza evocativa che fa restare muti qualsiasi persona che le guarda.

Lélia è la sua base, la sua forza, la sua famiglia e la sua memoria. Proprio come la sua fotografia dove i soggetti belli e brutti che siano diventano una composizione perfetta di bellezza e di dignità di esseri umani.

Indiana Yawanawá. Stato di Acre, Brasile, 2016. © Sebastião Salgado/Contrasto

Per questo ogni suo progetto diventa un poema visivo che si concretizza in titoli come Genesi, dove tutto ha inizio, ad Esodo, dove tutto è abbandono, fino Amazônia, immersione totale nella foresta amazzonica, per invitarci a riflettere sulla necessità di proteggerla.

Così nasce la mostra, con la curatela di Lélia Wanick Salgado, che è approdata alla Fabbrica del Vapore di Milano per restare fino al 19 novembre 2023, prodotta e promossa da Comune di Milano|Cultura, da Fabbrica del Vapore, Contrasto con Civita Mostre e Musei, General Service Security e Zurich.

Un lavoro che ha impegnato Sebastião Salgado sette anni, che viene espresso in una fotografia potente e di impareggiabile bellezza, ma anche testimonianza di ciò che ancora esiste, e che prima che possa scomparire spetta ad ogni singolo essere umano del pianeta, prendere parte alla sua tutela.

di Alberto Corrado


Periodo

12 maggio 2023 –19 novembre 2023

Sede

Fabbrica del Vapore

Via Procaccini, 4

Milano

A cura di Lélia Wanick Salgado

Info mostra

www.salgadoamazonia.it

Tel. +39 339 713 8171

 


Orari

Lunedì, martedì, mercoledì: 10.00 –20.00

Giovedì, venerdì, sabato e domenica: 10.00 –22.00

Orario estivo in vigore nel periodo dal 16 luglio 2023 al 31 agosto 2023

Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica: 12.00-22.00

Lunedì chiuso

La biglietteria chiude un’ora prima