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Pierpaolo Piccioli traduce l’alta moda, in sensibilità contemporanea e realtà moderne, in un processo di riduzione, che agli occhi risulta anomalo.

Partendo dalla frase “La semplicità è la complessità risolta” di Constatin Brancusi, artista romeno, naturalizzato francese, considerato uno dei più importanti e influenti scultori del XX secolo, Pierpaolo Piccioli, direttore creativo della Maison Valentino, ha presentato nel grande parco del Castello di Chantilly la collezione Haute Couture FW 2023-2024.

Uno spettacolo dalla purezza assoluta che è stata portata en plein air, cioè fuori dagli interni affrescati e sontuosi del castello, per rappresentare la metafora di liberare le costrizioni di una vita elitaria, aprendo l’isolamento del privilegio.

La passarella si insinuava attorno a un bassin d’eau circolare, lasciando sullo sfondo l’elegante maniero settecentesco, mentre la magia del tramonto perfetto con una leggera brezza infondeva un ulteriore magia alle silhouette degli abiti indossati dalle modelle che giravano intorno a uno dei vasti parterres a la Francaise del castello.

Una dei paradossi della couture è che si tratta di un mestiere sinonimo di complessità, che qui viene confutato da Piccioli, attingendo ai codici semantici della semplicità nella sua forma magistrale, come celebrazione della chiarezza geniale.

Gli ideali del passato vengono evocati con spirito attuale, dove i tessuti sono alleggeriti, e i ricordi dei decori astratti minimizzati, fino a congelare il drappeggio come tessuto in movimento, trattenendo lo slancio e isolandolo un’istante nell’immobilità.

Altro paradosso inventivo è la sorprendente prima uscita eseguita da Kaia Gerber con un paio di jeans slouchy ripresi dai classici Levi’s vintage, che in realtà erano realizzati in gazar di seta, interamente ricamati con minuscole perline perlescenti tinte in ottanta tonalità di indaco, per riprodurre una vera trama denim. Abbinati ad una camicia oversize bianca dal taglio maschile, babbucce piatte dorate e orecchini chandelier di strass.  Lo stesso orientamento è stato adottato in un altro abito a forma di trapezio, le cui balze circolari piumate erano realizzate con cinquecento piedi di organza bianca. E per rendere le piume straordinariamente prive di peso, sono state lavorate una per una, per dare quella sensazione oscillante vista in passarella.

Risultati anomali, ma non per questa Maison che basa tutto sulla maestria, sulla sua artigianalità e il potere dell’unicità.

Di Alberto Corrado