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Sofia Coppola conduce gli spettatori all’interno di una bolla ragnatela in cui Priscilla Presley venne risucchiata accanto al mito del marito, un adolescente che lotta con il proprio agire.

La musica torna protagonista a Venezia con “Priscilla”, il film di Sofia Coppola che ritorna dopo tredici anni dopo la vittoria del Leone d’Oro nel 2010 per “Somewhere”.

Inserito come il film più atteso al Lido, narra il periodo che Priscilla Beaulieu in Presley ha trascorso con Elvis dall’età di 14 anni dove incontra ad una festa Elvis, l’uomo che è già una superstar del Rock’n’Roll, ma anche un uomo annoiato e solitario, arruolato in Aviazione e di stanza a Berlino, al sogno soffocante e mutevole per raggiungere la maggiore età per poi sposarlo, fino all’isolamento per trovare sé stessa, fuori dal mito.

Di questo decennio, Sofia Coppola dipinge un’esistenza immersiva, ma anche con una visione dettagliata di una giovane donna, che scalpita per definire sé stessa in un mondo, dove è costantemente definita da altri per poi arrivare in quella bolla- ragnatela incantata di Graceland Farms, la casa acquistata per 100.000 dollari da Elvis, dotata di otto camere da letto, arredata in stile revival coloniale, ora monumento iconico degli Stati Uniti.

Jacob Elordi and Cailee Spaeny Credits Philippe Le Sourd

Il film è basato sul libro di memorie Elvis and Me, scritto dalla stessa Priscilla Presley nel 1985, per raccontare il suo rapporto e la sua vita al fianco del re del Rock’n Roll, con il quale fu sposata dal 1967 al 1973 e da cui ebbe una figlia Lisa Marie Presley, deceduta lo scorso gennaio a causa di un intervento di chirurgia bariatrica.

L’approccio di Sofia Coppola è opposto alla biografia redatta, perché evoca la creazione di una identità di una donna e non la sua decostruzione, una regia che si avvicina ai codici già visti nel film “Marie Antoniette” del 2006, dove veniva visto il personaggio della regina di Francia attraverso gli occhi di una bambina ingenua, rinchiusa in un mondo di potere.

Anche Priscilla è catapultata da adolescente in una vita di privilegi come reali europei, anche se qui prevale la società americana, meglio quella di Memphis degli anni’60, che è molto dissimile da quella di Versailles.

Sofia Coppola and Priscilla Presley Credits Giorgio Zucchiatti

Sono rimasta colpita dall’autobiografia di Priscilla Presley” dichiara Sofia Coppolasugli anni che ha vissuto come donna a Graceland. Ho cercato di cogliere cosa provasse nell’immergersi nel mondo di Elvis, per poi alla fine riemergerne e scoprire la sua identità̀. Come artista per me è importante mostrare il mondo attraverso gli occhi dei miei personaggi, senza giudicare. Mi hanno sempre interessato i concetti riguardanti l’identità, il vissuto e la trasformazione degli individui”.

Dato che il film è interamente incentrato sul punto di vista e sulle emozioni in prima persona di “Priscilla”, Sofia Coppola desiderava un’attrice in grado di incarnare al contempo l’ingenuità giovanile e la crescita interiore di una donna.

Actress Cailee Spaeny Credits Giorgio Zucchiatti

La scelta è caduta sulla stella nascente di Cailee Spaeny, che di recente ha interpretato il suo primo ruolo da protagonista ne “Il rito delle streghe” e ha ricevuto grandi lodi per la sua interpretazione di Erin McMenamin, la madre single nella miniserie di successo della HBO “Omicidio a Easttown”.

Per questo ruolo la giovane attrice si è immersa nelle ricerche, ascoltando la musica di quei anni, guardando i filmati per entrare in sintonia ed essere nei migliori dei modi credibile, nel ruolo di Priscilla.

Cailee ha un volto molto espressivo e ha una grande capacità di interpretare diverse fasi della vita” dice Sofia CoppolaNon abbiamo girato il film in senso cronologico, ma in qualche modo lei riusciva a essere la mattina una quindicenne in Germania, il pomeriggio una ventenne incinta a Graceland”.

Cailee Spaeny and Sofia Coppola Credits Andrea Avezz

Per il ruolo di Elvis, la regista cercava qualcuno che fosse disposto ad avventurarsi fuori dagli stereotipi degli infiniti Elvis visti dal punto vista cinematografico, dalla televisione e dalla stessa letteratura, poiché questo Elvis è visto dalla prospettiva di Priscilla, un lato privato, quel lato dietro le quinte che nessuno ha mai visto. Infatti non lo si vede molto in questo film, e quando è in scena viene raccontato nella sua intimità di casa assieme alla moglie con tutti i suoi difetti e vulnerabilità.

Quei lati emotivi sono stati portati sul grande schermo da Jacob Elordi, giovane attore australiano, conosciuto dal grande pubblico per la serie della HBO “Euphoria”, che quest’anno lo vedremo nel film “Saltburn” di Emerald Fennel.

Jacob Elordi wears Bottega Veneta Courtesy Bottega Veneta
Jacob Elordi wears Valentino Credits Valentino/GettyImages

Jacob ce l’ha messa davvero tutta” dice Sofia Coppolaha già un forte carisma naturale, ma ha cercato di incarnare al massimo non solo la fisicità del personaggio, ma anche quella luce nascosta di un grande mito americano”.

Una nota importante è data anche dai costumi di scena, così come le acconciature e il trucco, che sono serviti per creare quell’atmosfera avvolgente sia per gli attori e la troupe.

Elvis e Priscilla erano appassionati di abiti e di moda”, afferma Sofia Coppola “Sin dall’inizio, il loro mondo è stato molto glamour. Ma questo glamour ha avuto un ruolo anche nella storia e nella crescita di

Priscilla” e aggiunge “Negli anni ‘70, il suo stile si evolve in qualcosa di nuovo. In un certo senso, si sbarazza di tutto e diventa sé stessa. Acquisisce più indipendenza e indossa quello che vuole. A Elvis non piaceva che lei indossasse abiti stampati e così lei comincia a indossarli proprio per sfidarlo. Questo è un altro aspetto del suo sviluppo emotivo”.

Actor Jacob Elordi Credits Giorgio Zucchiatti

Appassionata ricercatrice Stacey Battiat, che ha già lavorato con la regista sin dal film “Somewhere” del 2010, si è tuffata nei ricchissimi archivi della Biblioteca pubblica di New York e del Metropolitan Museum per rovistare alla ricerca dei tessuti, consistenze e sfumature, affinché potesse avere una idea ben precisa di quegli anni e in seguito realizzare i costumi confrontandosi con la regista.

Un esempio di questa grande ricerca è la tuta di Jacob Elordi, prodotta da B&K Enterprises, un negozio che riprende i modelli originali di Elvis, o anche nella richiesta fatta arrivare alla Maison Chanel nel realizzare una versione più fresca del leggendario abito da sposa di Priscilla, che aveva acquistato in un grande magazzino.  

Courtesy by
Chanel
Savoir Faire

Ha la stessa forma dell’abito originale” spiega Stacey Battatma si ispira ai merletti contemporanei di Virginie Viard, direttrice artistica di Chanel dal 2019”. E Sofia Coppola aggiunge “È stato un giorno incredibilmente elettrizzante quello in cui è arrivato l’abito, era così meraviglioso con tutti quei pizzi fatti a mano. Vedere Cailee con indosso l’abito è stato da mozzare il fiato”.

Actress Cailee Spaeny Credits Philippe Le Sourd

Anche la Maison Valentino ha partecipato alla realizzazione dei costumi di Elvis che qui dovevano essere casual, quasi informali, ma sempre coordinati, perché il cantante anche quando si rilassava a casa sua, amava essere impeccabile “Valentino ha realizzato per Jacob dei magnifici maglioni lavorati a mano, oltre allo smoking del matrimonio, facendo un lavoro spettacolare” aggiunge Stacey BattatÈ stato un onore immenso poter lavorare con queste due grandi Maison iconiche”.

Anche le acconciature e il trucco sono di per sé uno strumento di narrazione essenziale del film, come la primissima volta in cui Priscilla adolescente si disegna un eyeliner ad ala, che diventerà poi la sua firma.

Era un’epoca così diversa, ma ammiro molto quanto Priscilla ci tenesse a essere alla moda”, afferma Sofia Coppola Ho riflettuto molto sul fatto che si mise le ciglia finte quando entrò in travaglio, come ha scritto lei stessa nel suo libro. Aveva sempre questo senso di essere osservata”.

Director Sofia Coppola Melodie McDaniel

La scelta della regista è stata quella di collaborare per la prima volta Cliona Furey hair and make up, già candidata agli Oscar per Marilyn – La vita segreta, mentre le musiche, altra grande sfida sono state affidate alla Phoenix, la band pop-rock di suo marito, Thomas Mars, che ha fuso il sound degli anni ’50, ’60 e 70 al loro modo di creare musica.

Una nota interessante a livello di produzione: “Priscilla” è prodotto da A24 con l’italiana The Apartment di Lorenzo Mieli.

Di Alberto Corrado