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L’estate Versace è all’insegna del colore e della brillantezza, della sartorialità e dei drappeggi morbidi. La donna libera e vibrante. L’uomo audace.

Quest’anno Donatella Versace ha scelto di portare il marchio Versace in giro per il mondo, prima con la sfilata a Los Angeles presentando la collezione AI 2023-2024 davanti ad un suggestivo tramonto californiano ripercorrendo i fasti di un’eleganza retrò che assottigliava al massimo i confini tra couture e pret a porter, poi con lo show di Cannes a sorpresa durante il Festival del Cinema 2023 con una collezione see-now-buy now disegnata insieme alla cantante e star americana Dua Lipa, per poi ritornare a casa a Milano, nella sua sede milanese, presentando una visione fresca e contemporanea della prossima estate.

L’ispirazione parte sempre dall’archivio di Gianni Versace, guardando una collezione autunno 1995 caratterizzata da un principio di rottura tra quella precedente con le spille da balia e quella successiva con l’abito da giungla di J.Lo.

Donatella Versace a quanto pare ha scelto proprio questa collezione per quella energia della vita a cui tutte le donne si ispiravano, anche senza la copertura mediatica che si ha oggi, essendo antecedente alla copertura di Internet.

Eppure quel wardrobe essentials diventò un punto di riferimento per tutte quelle donne che avevano raggiunto la maggior età degli anni ’90 e che oggi le nuove generazioni considerano una storia lontana.

Riportare quello spettacolo ora significa avvalorare quel senso d’immediatezza che si fonda sul savoir-faire dell’Atelier, sulla costruzione della corsetteria e sulla perfezione del tailoring.

Sfruttando al massimo questa sinergia, la Maison Versace ha riscritto una nuova partitura con un aggiornamento approfondito di tutti gli abiti facenti parte della collezione 1995, a partire dal rifiuto di Gianni Versace per i pantaloni per le donne, e includendo proporzioni più larghe nelle giacche, fino a riportare Claudia Schiffer sulla passarella che sembrava immutata nel tempo con un abito bustier in maglia di maglia a quadri verdi lime.

Laddove lo spettacolo di un tempo prevedeva moltissimi abiti da sera, questo show metteva in risalto i pigiami in twill di seta stampata, twin-set di perline con slip bikini abbinati, denim impreziosito da perle e cristalli sia per la donna e per l’uomo.

Una piccola attenzione deve essere fatta su una giacca a cinque bottoni nera indossata sopra i boxer con perline ricamate che è stata rimodellata sul modello di un costume di scena che Donatella Versace aveva realizzato per Prince.

La silhouette predominante è nitida anche quando si fa uso nella sovrapposizione di giacche sartoriali, camicie di seta e short per un tailoring vibrante e audace anche nella palette che parte dai colori pastello very Versace fino alle sfumature naturali della sabbia chiara e del grigio perla, per poi perdersi nel nero e il burgundy.

La perfezione di soprabiti, mini-dress, suits e tailleur sono dettati dalla scelta dei materiali e anche dalle nuove tecniche di lavorazione abbandonati su una grafica leggera: dal metallo con pizzo intarsiato allo jacquard in duchesse di seta organica, dal macramè materico al tweed di lana con certificazione RWS. La caratteristica stampa Barocco è qui riproposta come profilo in macramé su duchesse di seta, e il raso fluido ma denso, certificato FSC, proviene da fonti responsabili, giocando con le finiture opache e lucide.

Una collezione dove il colore e la forma si incontrano nella vivacità e nell’ottimismo degli anni’60, che sono estremamene attuali per una prossima estate all’insegna della libertà e del divertimento.

 

Di Alberto Corrado