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L’adieu di Sarah Burton è un omaggio al potere delle donne e al talento geniale di Alexander McQueen.

“Voglio dare potere alle donne e voglio che la gente provi paura nei confronti delle donne che vestono i miei abiti”.

Alexander McQueen

Sarah Burton per dare addio alle scene in Alexander McQueen ha reso viscerale il simbolismo femminile, attraverso una collezione sempre fedele a sé stessa nel dare potere alle donne, con la sua passione, con il suo talento e con la lealtà del suo lavoro.

Un lavoro che l’ha contraddistinta nei suoi 26 anni di attività nella Maison, dove il suo desiderio è rendere omaggio alla memoria di Lee Alexander McQueen.

In questa collezione mi sono ispirata all’anatomia femminile, alla Regina Elisabetta I, alla rosa rosso sangue e a Magdalena Abakanowicz, un’artista trasgressiva e fortemente creativa che ha rifiutato di compromettere la sua visione”. ha dichiarato commossa dietro le quinte prima dello show.

L’iconico motivo della rosa rossa d’Inghilterra si trasfigurava in varie forme, che ci rimandano indietro con la mente alle prime collezioni della Maison e ai quei simboli femministi cari al fondatore, e alla stessa Sarah Burton. Rose su rose che apparivano sull’abito in pelle senza maniche, oppure nel motivo a maglia all’uncinetto testurizzato, nella silhouette di un abito maxi fluida, fino nei dettagli dei grossi orecchini d’oro.

Un altro omaggio iconografico è dato dalla ricerca estetica della palette colori, che dal nero si stemperava in rossi cremisi, per addolcirsi con inserti di color bianco, oro e argento per il susseguirsi nel risalto delle silhouette tecniche dei capi come nelle tute a tenuta di pelle o nei trench su misura, fino a maxi vestiti con giochi di linee arruffate.

Tutte scelte che celebrano la forma femminile in un modo unico, cedendo il passo ai pizzi, frange e metalli, che non sono altro un inno in onore ad Alexander McQueen.

Sulla passarella a stringersi intorno a Sarah Burton, quasi tutte le top model che hanno risaltato quella potenza creativa della Maison, a partire da Kaia Gerber, che ha aperto lo show con un mini abito, super attillato, con una scollatura a forma di buco di una serratura, con maniche tagliate graficamente e mule Thorn a punta rosso sangue, e con la chiusura  con la Venere Nera, Naomi Campbell, adornata in un corsetto a cuore aperto, con fianchi scolpiti in tulle di seta argentato e ricamo all-over di perline di vetro, abbinato ad una gonna con perline ad anello.

Come sempre l’attenzione è stata anche per gli accessori, che hanno mantenuto la magia dell’artigianato: dai nuovi stivali al ginocchio o alla coscia in pelle nera con dettaglio a cuore in metallo argento, con variante oro, ai sandali intrecciati in pelle nera, rosso sangue e argento con tacco a spillo e ricamo di perle.

Sarah Burton nel suo adieu ha confermato la sua gentilezza e quell’essere eroina, senza esserne obbligata in tutti questi 13 anni dedicati alla guida del marchio, andando oltre il proprio dovere, compiendo sempre uno straordinario e altruistico coraggio atto di coraggio e di virtù, nel dover continuare la narrazione di un genio. È sempre stata consapevole che il suo lavoro poteva comportare sacrificio e rischio, ma sempre al solo scopo generoso e disinteressato di proteggere quell’amicizia affettiva che l’ha sempre legata ad Alexander McQueen.

 

Di Alberto Corrado