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Givenchy Studio Prêt-à-Porter Homme presenta un’inedita collezione nei saloni di 3, Avenue George V a Parigi. Uno sguardo sul nuovo gentleman ispirato al personaggio del fondatore.

C’è l’onda Hubert de Givenchy, che si ripresenta negli anni, che si infiltra nella riflessione della storia del costume e si rinnova, seduce con la malia di un formalismo e poi s’inabissa fino alla successiva uscita.

Provate a rivedere quel suo sguardo da gentleman e vi accorgerete che dalla fine degli anni Cinquanta a oggi c’è stato un battere di comparse, proposte sulla inimitabile bellezza di quel senso off-duty che si prefigge di rispondere a una manciata di domande “Che forma ha l’estetica della nonchalance?”Che cosa succede quando la formalità sartoriale è seduzione?”.

La collezione uomo Autunno- Inverno 2024 esplora ed esibisce quel lievito del fondatore, con una visione inconsueta dell’esplorazione dell’eleganza contemporanea.

Givenchy Studio Prêt-à-Porter Homme, nei saloni di 3, Avenue George V, dove Hubert de Givenchy creava le sue collezioni, ricontestualizza la blusa blanche come un elegante workear con o senza maniche, trasferendo ciò che sentiamo come consueto, su un diverso piano estetico di valore.

Un atteggiamento poetico che permette di introdurre una serie di abiti e cappotti creati negli atelier di Haute Couture, caratterizzati da aperture per le braccia sotto le maniche, in omaggio alla predilezione di Hubert de Givenchy per le mantelle.

Una tensione tra il maschile e femminile che si frammenta nella silhouette accurata e nei volumi ingigantiti dei pantaloni, accompagnati da tagli e texture audaci dei capispalla, ispirati alle atmosfere glam dei salotti parigini.

Un sontuoso motivo a lampadario proveniente dagli archivi e dai decori delle suntuose case del fondatore, viene riproposto in ricami metallici con cristalli e perle, in jacquard e stampe, per contrapporsi a cappotti teddy bear, o ai bomber e capispalla costruiti in ciniglia da tappezzeria, un tessuto resistente utilizzato anche in combinaisons e long-johns.

Se è vero che ci sono due momenti, il primo è esplorazione dei punti fermi della sartorialità, il secondo è esplosione di dettagli eccentrici che rivivono nelle grafiche e nelle decorazioni, come lo shearling che è utilizzato nei capispalla e nei pantaloni, o i capelli sintetici intrecciati su una jump jacket.

Per saggiare queste congiunture vi è anche la dissonanza del classico motivo del gatto che viene adattato per dettagli stampati di capelli e shearling applicati su capi di abbigliamento e borse, impreziositi da accessori segreti in resina o da occhi di gatto in lurex.

Così il padre della grazia e della signorilità è tornato ancora una volta, e con inedite celebrazioni, grazie a questo nuovo sguardo, che si concentra sull’intenzione e sul genere assolutamente nuovo ed eterogeneo per forma e aspetto di un nuovo gentleman.

Un manifesto di stile che diventa catapulta straniante dell’uso del materiale, in grado di deformarlo fino al paradosso per una ottica di una estetica attuale, senza la schiavitù del rigore assoluto.

Di Alberto Corrado