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È stata una tre giorni di incontri, degustazioni e presentazioni ad hoc, scandita da esperienze autentiche e incontri esclusivi, nel segno della convivialità e della condivisione la seconda edizione di DiVino Wine Hospitality & Travel, andato in scena dal 14 al 16 novembre nell’incantevole cornice della Tenuta di Artimino, tra le colline toscane. Un appuntamento atteso e sentito, un successo che ha superato le aspettative per NEBE, leader in Italia nella promozione e comunicazione B2B per l’hôtellerie, i viaggi e gli eventi di alta gamma a livello internazionale, ideatrice e organizzatrice dell’evento.DiVino 2021 chiude un anno intenso e ricco di soddisfazioni per NEBE”, ha commentato Elisabetta Neri, co-founder della società, abbiamo sempre creduto nella forza delle relazioni e nell’importanza di confrontarsi di persona per individuare i nuovi trend del mercato del Luxury Travel, disegnare le strategie per il futuro e tracciare nuove strade: l’entusiasmo e la partecipazione di tanti partner e professionisti del settore ci hanno dato ragione, ancora una volta”.

A dimostrarlo sono stati i numeri: 40 espositori (per il 30% affiliati Virtuoso) e 40 buyers internazionali, provenienti per il 40% dagli Stati Uniti e per il 40% dall’Europa, che hanno preso parte al secondo appuntamento dell’esclusivo evento dedicato all’enoturismo e ai trend del turismo del lusso. Tornato nuovamente in presenza, dopo il successo della prima edizione del novembre 2019 in Valpolicella, questa volta DiVino è stato ospitato nell’affascinante dimora medicea a soli 20 km da Firenze, tra le morbide colline toscane, in un’atmosfera magica e rarefatta.

Oltre mille appuntamenti schedulati in tre sessioni di workshop e wine tasting incentrati sui temi del vino di qualità, ospitalità eccellente, turismo di lusso hanno coinvolto alcuni dei più qualificati operatori del settore, divisi tra wine hotels, aziende vinicole con ospitalità, Consorzi di tutela e Strade del Vino, Enti di promozione turistica, Tour Operator specializzati in Food & Wine tour, Event e Wedding planner. Significativa la partecipazione di aziende e realtà da Nord a Sud del Belpaese, dall’Alto Adige alla Sicilia: quest’ultima è stata la regione più rappresentata insieme alla Toscana, terra per eccellenza vocata al Wine Tourism e al Luxury Travel. Numerose sono state inoltre le new entry, a cominciare da VisitBrescia e dall’Ente di Promozione Turistica del Friuli Venezia Giulia, IDM Alto Adige con i Vinum Hotels.

Ad inaugurare la manifestazione è stata domenica 14 la Tavola Rotonda: Wine investors & collectors: the new trend of luxury travel”, che ha esplorato i nuovi trend del Luxury Travel, attraverso una riflessione sulla figura del ‘collezionista’, non più solo acquirente, ma anche sempre più viaggiatore ‘per vino’, culturalmente preparato, in cerca di esperienze autentiche in luoghi unici e poco conosciuti, che permettono di scoprire un’Italia meno nota ma non meno suggestiva. Con 2,65 miliardi di euro di fatturato e 15 milioni di enoturisti stimati dal 16esimo Rapporto sul Turismo del Vino nell’Italia del 2019, l’enoturismo è uno dei principali trend del Turismo del Lusso degli ultimi anni, in crescita esponenziale, perché si concilia perfettamente con i valori di staycation, sostenibilità, consapevolezza e autenticità che cerca il viaggiatore contemporaneo.

Impeccabile moderatrice del panel, Cristina Mascanzoni Kaiser, founder at WineHo and Wine hospitality lecturer at several business schools, ha introdotto ospiti eccellenti, esperti del settore, che hanno profilato la figura del viaggiatore in cerca di esperienze legate al Wine Tourism, con un focus sul Belpaese. “Abbiamo studiato a lungo il tema del panel”, ha spiegato Cristina, “partendo dal presupposto che in futuro l’esperienza sarà sempre più targhettizzata. ‘My mission and my passion’ è proprio analizzare e profilare questo aspetto: il mercato di collezionisti e investitori nel mondo del vino sta crescendo e sta cambiando, punto di riferimento è l’Italia, l’italian way of living è ammirato è ammirato a livello internazionale, essere italiani diventa un privilegio, in virtù del nostro special human touch”, ha aggiunto.

È stato JC Viens, Wine & Luxury Marketing Advisor,a ‘raccontare’ il tema in termini di numeri, partendo dall’analisi dei dati di The Future of Fine Wine Consumers 2021: “L’enoturismo è diventato un hot topic, che negli ultimi anni ha saputo catalizzare l’attenzione dei wine collectiors”, ha esordito, “In Italia c’è ancora un grande potenziale da sviluppare: il prezzo del vino è ancora troppo basso, sebbene sia cresciuto del 43% nonostante la crisi, negli ultimi 5 anni, resta comunque ancora inferiore rispetto per esempio a quello d’oltralpe, i francesi però non vendono vino ma sogni”. Ad essere determinante è l’attitudine e la motivazione dei consumatori, ha spiegato, in Italia viene data attenzione ai wine lovers più che agli investitori e ai collezionisti, desiderosi di ascoltare storie e aneddoti che nessuno conosce parlando con i proprietari delle cantine, incontrandoli e degustando i vini con loro.

A fargli eco Philip Goodband, Master of Wine, noto specialista nel creare esperienze legate al vino in tutto il mondo e in particolar modo in Italia: “Il target è diventato un aspetto cruciale”, ha spiegato, “l’offerta va studiata partendo dal background e dalla potenzialità di spesa, la proposta deve essere diversificata e personalizzata, l’esperienza immersiva, i prodotti da acquistare devono essere rari ed esclusivi, generalmente introvabili nei Paesi da dove vengono e dove vivono”. Ecco perché un’esperienza in Italia diventa un valore aggiunto e l’aspetto più importante è incontrare, conoscere i produttori, le loro storie, le tradizioni tramandate da generazioni, che resistono al tempo.

È un noto ‘collezionista’ di esperienze legate al vino Filippo Magnani, Wine Travel Expert of Italy and Wine Writer, fondatore e titolare di Fufluns, travel boutique concierge company, famosa agenzia di viaggi specializzata in wine tourism, “Ho cominciato nel 1999 da giovane, avevo appena 26 anni, ho studiato il mercato per anni, ora cerco di intercettare un pubblico sempre più alto, curioso, attento, si tratta soprattutto di nord americani, inglesi e nord europei attratti da questo turismo che in Italia è fatto di cantine storiche ma anche di piccole aziende a conduzione familiare, meno note eppure non meno affascinanti”.

È una profonda conoscitrice del circuito dei collezionisti di vino americani anche Liz Palmer, Les Dames d’Escoffier Toronto, PR Wine consulting agency: un pubblico a suo avviso molto preparato, desideroso di viaggiare sul lungo raggio, di imbarcarsi verso l’Italia o la Francia, per prenotare tour enogastronomici, esperienze che uniscano il buon cibo e l’ottimo vino, conoscere i produttori e i titolari delle cantine, soggiornando poi in hotel di lusso, nel massimo comfort.

Il lusso è al centro dell’esperienza per William Goodacre, fondatore del tour operator Tastes of Italy e profondo conoscitore del mondo dei Wine Club: “Il ruolo del luxury travel rispetto all’enoturismo è creare tutti i servizi necessari a supportare l’esperienza vera e propria, il puro ‘intrattenimento’, perché si tratta di questo, un grande show, di cui i viaggiatori vogliono essere parte, motivati dalla passione per il vino, in cerca di prodotti di qualità, di relazioni, di qualcosa di speciale, che l’Italia può offrire, perché è un mix perfetto di storia antica, tradizione e cibo eccellente, gli ingredienti necessari che rendono l’esperienza unica”.

Travel, Taste, Share è proprio il claim di Winedering, l’innovativa piattaforma nata nel 2015 che Stefano Tulli, co-founder, ha trasformato in tour operator, con importanti progetti di formazione per operatori del settore e oltre 2.500 esperienze di enoturismo da vivere in Italia e nel mondo, per un pubblico sempre più alto spendente e appassionato, esperto e attento. Lo sanno bene anche storici tour operator come Massari Travel, che come ha spiegato Sabrina Anna Massari, si è specializzato in tour enogastronomici partendo dal proprio territorio di riferimento il Lazio, riscoprendo luoghi da esplorare e ‘gustare’, autentici e inediti. Resta molto da fare nel Belpaese, per offrire servizi contemporanei e tailor made, garantiti da professionisti in grado di vendere il prodotto in modo adeguato, mentre wine relais e strutture di charme si specializzano e si strutturano sempre più, con attività dedicate e un’attenzione particolare. È la sfida per il futuro. Non resta che darsi appuntamento alla prossima edizione di DiVino 2022.

di Elisabetta Canoro