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Nicolas Ghesquière continua a costruire l’immaginario di Louis Vuitton, scegliendo questa volta delle silhouette tra couture ed easy to wear, rimanendo fedele alla legacy del viaggio.

 

Continua il viaggio di Nicolas Ghesquiere, direttore creativo delle collezioni donna di Louis Vuitton, attraverso nuovi universi destinati ad un nuovo sguardo nelle profondità nascoste del marchio: dal mondo floreale della primavera estate 2023 al mondo marino per la cruise 2024 sull’isola Bella, sul lago Maggiore, fino alla collezione primavera estate 2024 nel cantiere aperto nel palazzo accanto alla grande boutique sugli Champs Elysées in un edificio anni Venti.

 L’imponente edificio era stato realizzato per l’Esposizione Universale del 1900 in stile Art Nouveau per essere adibito come un hotel di lusso per ospitare i turisti internazionali in visita alla fiera mondiale, mentre oggi adattato in corso d’opera, per diventare la sede di un nuovo progetto di Louis Vuitton.

Il caldo bagliore del colore arancione proiettato sul set, come se fosse una mongolfiera reinventata, concettualizzata dal designer della produzione James Chinlud accoglieva i numerosi ospiti intervenuti, mentre una passarella industriale metallica delimitava gli spazi di seduta, tale da dare l’impressione di essere collocati all’interno di un baule di una nave a vapore, una immagine resa ancora più veritiera dalle vele drappeggiate da Penique Productions.

Il viaggio raffinato lussuoso di Louis Vuitton era quello di fornire prima di tutto un servizio di funzionalità per chi amava viaggiare meglio, una sorta di cultura della mobilità, che rimane la base di partenza per questa collezione dove lo stile di Nicolas Ghesquiere nel progettare abiti che portano lo stigma dell’artigiano couture, siano più leggeri.

Una nuova visione per il futuro della Maison, che irrompe in passarella con gonne ampie di chiffon stampato e sovrapposte in strati di fantasie a contrasto, con bomber che si abbinano nonchalance a camicette, con bustier con bretelle indossati su pantaloni affusolati a vita alta o su gonne fluide.

La silhouette billowy cattura l’attenzione per farci indugiare su gli abiti con bottoni larghi, sui foulard in chiffon che fuoriescono dagli orli delle gonne a tubo, sui jumpsuit con una vestibilità ampia da sottoveste, e su un gruppo di giacche, la cui lavorazione sembrava realizzata in tweed bouclè, ma invece si trattava di un materiale molto più fine tagliato al laser per conferire una consistenza leggermente increspata.

Ovviamente gli accessori abbinati risultavano incantevoli a partire dalle cinture di pelle portate sui fianchi alle borse, fino alle collane a catena, per rendere ancora di più l’immagine del marchio per una femminilità parisienne.

Un viaggio poetico che unisce la nostalgia dell’eleganza della Maison e quella abilità artistica, testimoniata in tutto il mondo, diretta verso i confini del design.

Di Alberto Corrado