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Il messaggio di Miuccia Prada è dedicato a tutte le donne che amano la propria imperfezione, perché le rende uniche ed emozionanti.

Aspettare l’ultima Maison che sfila nel contenitore della Paris Fashion Week è una sorta di epifania per gli addetti al lavoro, perché come a Milano ci aspetta sempre che Miuccia Prada ci educhi alla definizione del concetto di bellezza contemporanea.

Lo spettacolo di Miu Miu è un grande affresco sulla complessità della nostra epoca e di come viene percepita la definizione di non bellezza, ma di bellezze, una sorta di abbraccio di personaggi femminili unici, che hanno enfatizzato l’importanza e il significato di ogni donna.

Un remix brillantemente confermato da tutti gli abiti che amiamo addosso ad una donna, che esprimono quella profonda interrelazione dei ricordi dei tempi passati, oggi più che mai rivalutati: dal basic al bling bling luccicante, dal casual all’eccentrico sensuale.

Un guardaroba che abbraccia la gioia della vita e del quotidiano, come le donne che incontriamo per strada con occhiali da sole o montature da vista, rinchiuse nei loro pensieri, talvolta sognanti, ma che ci fanno girare la testa.

Così i grandi occhiali delle modelle, portati in passarella da Miu Miu, ci portavano in connessione con gli abiti come tracce delle giustapposizioni di uno stile moderno, che a sua volta è uno specchio di vite diverse: dai cappotti gettati sopra camicie da notte, ai maillot de bain assieme ad un abito da cocktail, fino a una sottoveste abbinata ad un blazer.

Non si tratta di distrazione, perché ogni capo scelto ha uno suo specifico styling, studiato nella sua interezza, che diventa un elemento non fuori posto, ma perfetto per farci riflettere ad essere noi stessi.

Gli interventi in questa stagione appena passata erano di parlare della necessità di abiti che fossero reali e quelli proposti da Miu Miu sono l’epicentro della bellezza: dalle semplici polo alle camicie Oxford, dai trench alle giacche da uniforme scolastica, ma indossate con quell’underwear datato, o con la variante di divertenti tutù tecnici corti con volant sormontati da coulisse in vita di derivazione sportiva.

Anche gli accessori diventano un messaggio non sense come la Wander bag portata sotto al braccio, come se fosse una maxi pochette, lasciata aperta con dentro un po’ di tutto quel mondo, che ogni donna porta con sé.

Anche il make up e le ispirazioni hair visti in show riprendevano il concetto di tracce di vita tale che quel glowy imperfetto richiamato nelle guance baciate dal sole, nelle labbra super idratate, nel contorno occhi quasi madreperlato, e nelle code sfatte ad arte ritrovavamo la vera imperfezione della bellezza.

Anche per questa stagione non poteva mancare quel messaggio politico di Miuccia Prada, per ricordarci di riflettere e non solo guardare.

Questa volta ha desiderato interagire con l’artista qatariota- americana Sophia Al- Maria, che in collaborazione con OMA, ha creato il set up dello show come se fosse un paesaggio di rovine tecnologiche, una sorta di storia immaginaria tra le mura del Palais d’Ièna.

A rendere tutto più accattivante è stato anche la partecipazione della stuntwoman Ayesha Hussain, in modalità mitologica moderna, come se fosse una supereroina fantasy, pronta ad estrarre brutalmente una spada e brandire delle frecce prese dalla sua faretra.

Un richiamo alla lotta delle donne e alla loro battaglia incessante per non essere svilite mai, nella speranza di raggiungere al più presto tutti insieme, donne e uomini, l’obiettivo sperato, quello di avere dei diritti e l’uguaglianza di genere.

Di Alberto Corrado