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Nel centro del capoluogo Lombardo, attorniata dalla frenesia delle mille attività di una Milano che, anche in questi momenti di pandemia, si muove a ritmo di lavoro, c’è un’oasi di cultura e tranquillità che sembra essersi ritagliata una bolla fuori dal tempo e dallo spazio. Superato il massiccio portone che da accesso ad un cortile di rara bellezza, al civico 2 di Corso Buenos Aires, improvvisamente lontani dall’incessante rumore del traffico e della metropoli, ci si trova all’ingresso di una delle storiche gallerie più prestigiose della città Meneghina, la Lorenzelli Arte.

Matteo, il gallerista, fa gli onori di casa in un modo che non può che lasciare un ricordo indelebile in chiunque abbia il privilegio di conoscerlo. La passione che traspare da ogni singola parola è superato unicamente dalla bellezza della galleria stessa, lasciando estasiato anche il visitatore più esigente. La galleria è un’opera d’arte in sé nella sua espressione architettonica, con un’accortezza alla gestione degli spazi e della luce che sapientemente valorizzano le opere esposte. Tagli di luce e ombre si intersecano fra loro in perfetta armonia con le esibizioni.

E di esibizioni si parla nello specifico, giacché è appena stata inaugurata, a porte chiuse purtroppo, per la situazione che tutti conosciamo, la nuova mostra intitolata “La Metafisica del Colore” di Mario Nigro, grande esponente dell’astrattismo che ha di fatto esplorato nuove forme di espressione visiva, aprendosi ad una prospettiva internazionale attraverso una continua analisi dei sistemi complessi della pittura.

Nato a Pistoia nel 1917, Nigro passa dal cubofuturismo all’estratto concreto, arrivando, con i suoi splendidi tracciati e progressioni geometriche, ad esiti neoplastici suprematisti. Sono proprio questi tracciati che, con le loro precise simmetrie ritmiche, in analogia alla costruzione musicale, trovano la sinergia perfetta con gli ambienti della Lorenzelli Arte. La stessa collocazione delle tele, precisa, rigida, geometrica, ma contestualmente tridimensionale, grazie all’esposizione sapientemente distaccata di pochi cm dalle pareti, valorizza ancor di più queste splendide opere con le quali l’autore trasmette il rapporto tra emozioni e sentimenti umani, attraverso il dispiegarsi della linea sullo sfondo.

Il percorso espositivo permette di cogliere appieno la complessità e la novità dell’opera attraverso una selezione di più di cinquanta lavori tra oli su tela e su masonite, carte e carte intelate che coprono il periodo fra il 1969 e il 1975, Le opere selezionate per la mostra appartengono in massima parte al ciclo del “Tempo Totale”, caratterizzato dalla serialità delle immagini. Definiscono uno spazio nuovo, intrinsecamente legato all’analisi della situazione storica di quel periodo, che si sviluppa non solo superficialmente ma penetra in tutte le direzioni.
A corredo della mostra un catalogo bilingue con testi di Roberto Borghi e Ivan Quaroni che rappresenta sicuramente, in attesa della riapertura al pubblico, una validissima alternativa per gustarsi i lavori di questo straordinario artista, per poterle poi assaporare dal vivo non appena
possibile. Un’esperienza, quella di questa mostra, letteralmente metafisica, a partire dalle opere per concludersi con gli spazi stessi dell’esibizione.

di Tommaso Teruzzi

Per informazioni:
Lorenzelli arte
www.lorenzelliarte.com
Mail: info@lorenzelliarte.com
tel. 02 201914
Corso Buenos Aires 2 Milano