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“La nostra idea di futuro è riportare la terra al punto in cui era 100 anni fa, senza per questo rinunciare alle nuove tecnologie”

Da oltre 30 anni la famiglia Ceraudo non usa prodotti chimici né nella terra né nella pianta. Dalla terra alla ‘casa’.

Oggi l’ospitalità di casa Ceraudo è un viaggio nella Calabria più autentica. È l’accoglienza genuina fatta dei gesti sinceri di una famiglia d’altri tempi, è la tutela del territorio, la cucina gourmet, il silenzio, le viti, gli ulivi. Prende forma nei valori e nei sapori che conquistano chiunque varchi la soglia d’ingresso di Contrada Dattilo (dal nome di un antico dio della mitologia greca), per ritrovarsi in un mondo che riporta indietro nel tempo, in una dimensione semplice ed essenziale, dove ci si sente subito accolti, subito a casa. “Felice è colui che fa felici gli altri” è la frase impressa sul muro dell’edificio principale della tenuta della famiglia, suona come un benvenuto, sincero e sentito, che ha il sapore di vita autentica, il profumo di aria pulita, di sentimenti genuini, della semplicità dei gesti dei ritmi della campagna. È l’abbraccio di un’intera famiglia, di un padre, Roberto, e dei suoi tre figli, Caterina, Giuseppe e Susy Ceraudo.

Qui i frenetici ritmi cittadini sono solo un ricordo, il tempo si dilata, la pace e il silenzio regnano sovrani, lo spazio è quello del focolare domestico. Il resto del mondo resta fuori.

Arrivati a Strongoli, in provincia di Crotone, percorrendo gli ultimi chilometri che mancano per raggiungere l’Azienda Agricola Ceraudo, il cellulare comincia a non prendere più, davanti agli occhi si aprono le distese di uliveti e vigneti della proprietà: inizia il viaggio di scoperta della Calabria più vera, che vive tra terra e mare.

Qui i frenetici ritmi cittadini sono solo un ricordo, il tempo si dilata, la pace e il silenzio regnano sovrani, lo spazio è quello del focolare domestico. Il resto del mondo resta fuori.

Arrivati a Strongoli, in provincia di Crotone, percorrendo gli ultimi chilometri che mancano per raggiungere l’Azienda Agricola Ceraudo, il cellulare comincia a non prendere più, davanti agli occhi si aprono le distese di uliveti e vigneti della proprietà: inizia il viaggio di scoperta della Calabria più vera, che vive tra terra e mare.

È il territorio di Strongoli Marina, sul Mar Ionio, un tempo Petelia dell’antica Magna Grecia, fondata addirittura prima della mitica Troia.

In questa zona le influenze di Bisanzio, dei normanni, le incursioni saracene e la storia dell’Alto Medioevo nell’Italia meridionale, hanno lasciato numerosi documenti e ritrovamenti archeologici rilevanti.

È un’area naturalmente vocata alla coltura della vite per la predisposizione del terreno e per la breve distanza dal mare, che garantisce un’ottima escursione termica tra il giorno e la notte. Nascono così uve aromatiche di prima qualità, che danno vita a vini eleganti e si distinguono per la complessità e persistenza dei profumi. 

“L’elemento più importante che ci ricorda l’infanzia è il profumo, ci ha avete mai pensato?”, chiede il padrone di casa mentre ci porta a visitare ogni angolo dell’azienda. “Nel 2016 il New York Times ci ha inseriti al 36esimo posto tra i migliori luoghi da visitare al mondo, è stato allora che il mondo ci ha scoperto”, continua, “in realtà tutto quello che vedete qui è frutto di 50 anni di lavoro”.

Immerso in un giardino mediterraneo, tra ulivi secolari, pini marittimi, alberi di limoni e melograni, l’antico borgo rurale è un vero e proprio rifugio di pace: si estende su sessanta ettari, 20 coltivati a vigneti, 38 a uliveti, che insieme agli agrumeti, si sviluppano tutt’intorno al nucleo centrale costituito dal caseggiato baronale del 1600, dalla cantina, dal frantoio e dal complesso agrituristico, con la chiesetta al centro.

Cuore del borgo è il fiore all’occhiello della famiglia Ceraudo, il ristorante Dattilo, una stella Michelin dal novembre 2011, che di recente ha conquistato anche la Stella Verde Michelin. Ad orchestrarlo è Caterina Ceraudo fautrice di un menu in continua evoluzione, che segue le stagioni, la creatività e la voglia di innovare della chef.

Una cucina tradizionale, la sua, ma al passo coi tempi, dove sperimentazione di consistenze, temperature e abbinamenti, legano perfettamente con ingredienti e ricette tipici. È Donna chef dell’anno per ben due volte, la prima nel 2016 secondo Identità Golose, la seconda nel 2017, per la guida Michelin.

Caterina attinge agli ingredienti dell’azienda agricola, rigorosamente a conduzione biologica, in questo sono stati pionieri. L’approccio alla sostenibilità abbraccia tutte le attività di famiglia, basti pensare che agriturismo, cantina e ristorante si autoalimentano al 100% grazie ad un innovativo impianto fotovoltaico. “L’infinito amore per la terra e per tutti gli esseri viventi che la abitano a fare di noi, già negli anni ottanta, dei pionieri dell’agricoltura biologica, fino a ottenere, nel 1991, la certificazione ICEA”, raccontano. Inoltre l’azienda è oggi fortemente interessata ad attività di ricerca, sperimentazione e innovazione dei sistemi e delle tecniche di produzione e di lavorazione del vino e dell’olio. A seguito di un avvelenamento subito da Roberto, dovuto ad una rottura della macchina irroratrice, la decisione di condurre la vigna in maniera biologica al 100%, sono stati i primi in assoluto in Calabria e tra i primissimi in Italia.

Al rispetto per l’ambiente, unito al desiderio di tutelare le tradizioni e l’impegno nel salvaguardare attivamente il lavoro dei piccoli produttori locali corrisponde l’innata attitudine della famiglia per l’accoglienza, che oltre al ristorante, da alcuni anni è declinata anche in un’ospitalità calda e informale.

Si dorme nelle accoglienti camere della struttura agrituristica, nata dalla ristrutturazione delle antiche abitazioni, sapientemente trasformate in ampi e confortevoli appartamenti, ciascuna con il suo terrazzo e giardino, due camere deluxe e 2 superior.

Si chiamano come i vitigni di queste terre. Essenziale ma molto curato, l’interior design delle camere è il racconto del territorio, in linea con lo stile minimal della campagna calabrese. Ceramiche locali, resina, marmo sono i materiali che rivestono gli ambienti, in una paletta di tonalità del grigio, del bianco e del rosso scuro, come la terra che circonda la tenuta.

Il tempo trascorre tra la visita dei vigneti sul trattore con il padrone di casa, seguito da un picnic in vigna, indimenticabile. E poi ci sono le passeggiate a cavallo, le sedute di yoga, il trekking guidato e le escursioni in barca a vela, con il mare ad appena due km di distanza.

Ci si può poi rilassare nella grande piscina appena rinnovata nel patio, immersa in un’oasi di verde e di tranquillità, dominata da un vecchio ulivo di oltre 1.200 anni, forse il più vecchio d’Italia. È uno dei tanti, ne hanno contati 750 di ulivi secolari per la proprietà, ma forse sono molti di più. Senza dimenticare che l’agriturismo è il punto di partenza ideale per praticare forest bathing nella vicina Oasi Naturale del Pantano, un percorso di tre chilometri circa, che si snoda tra pini domestici, olmi, eucalipti, acacie, agavi, querce, pioppi bianchi e salici. Un paradiso naturalistico.

Elisabetta Canoro